Egregio Sig. Ministro,
ho ascoltato con interesse l’intervento televisivo in occasione della trasmissione Agorà di venerdì 12 settembre sul terzo canale Rai. Nell’ambito dell’intervento, volto a descrivere gli apprezzabili provvedimenti in corso a favore del rilancio del Turismo Italiano, ha avuto però parole discutibili e dannose nei confronti delle Agenzie di Viaggi: “oggi il turismo è tutto online, una volta per acquistare un viaggio si andava in agenzia di viaggi, oggi lo si organizza da soli su internet”.
Tali riflessioni che coinvolgono le imprese che rappresento nella Regione Lazio, sono state da lei ripetute anche in precedenza, in diversi contesti e convegni; cosa che mi spinge non solo a portarle le rimostranze degli operatori del settore, che da tali affermazioni ricevono danno (tutte imprese degne di rispetto, in particolar modo in un periodo difficile come quello attuale), ma a manifestarle il mio profondo stupore per le affermazioni udite.
Innanzitutto occorre considerare il Turismo quale sistema industriale complesso, composto da innumerevoli nicchie di mercato, tutte con loro caratteristiche e prerogative, ciascuna parte integrante di un sistema globale che necessita della dovuta attenzione. In tale scenario, la Sua affermazione, più volte sentita, “oggi il turismo è tutto online”, proprio perché intende affermare l’online come canale esclusivo di vendita, tende ad una visione parziale dell’industria turistica. Le nostre imprese sono quotidianamente impegnate nella produzione di turismo in entrata in Italia, su tantissimi fronti che necessitano di professionalità organizzativa. Turismo Scolastico, Turismo congressuale, Turismo della terza età, Turismo degli eventi sportivi, Turismo religioso, viaggi d’affari, viaggi motivazionali aziendali (Incentive), Turismo fieristico, tour enogastronomici, escursioni dalle crociere, gite e giri città, Viaggi di gruppo in genere, viaggi per V.I.P., sono alcuni esempi di business per il quale la professionalità dell’Agenzia di Viaggi è strategica e preziosa per la promozione, l’organizzazione e lo svolgimento del viaggio stesso. In tutti questi casi internet è spesso solo un mezzo per le comunicazioni e non una piattaforma per la conclusione della vendita.
Ma ciò che più conta, se si attribuisce, giustamente, al Turismo un potenziale di crescita economica e di sviluppo occupazionale, sia per il settore stesso che per tutte le imprese dell’indotto, è l’esame dei Turisti che arrivano nel nostro paese, da dove questi arrivano e in quali modalità. Grande parte dei flussi del cosiddetto “lungo raggio”: Cina, India, Sud America, ma anche Medio Oriente e in gran parte la Russia, sono canalizzati dalle Agenzie di Viaggi tramite gruppi. Secondo i nostri dati questo traffico a Roma costituisce oltre il 70% del flusso totale; probabilmente grazie alle caratteristiche del prodotto Roma che trova nel Turismo religioso e culturale di gruppo, i punti cardine.
Inoltre relativamente alle potenzialità di sviluppo territoriale di cui il Turismo è motore, è evidente come occorra supportare il lavoro delle Agenzie di Viaggi. Solo le Agenzie sono in grado di attrarre Turismo sui tanti itinerari “minori” di cui il nostro Paese è colmo e che necessitano più di altri di essere promossi. Il mercato degli acquisti online invece ha logiche differenti, che partono dal minor prezzo disponibile e con poche potenzialità di canalizzazione al di fuori dai circuiti più noti.
Venendo poi alla seconda frase da Lei detta in trasmissione , “una volta per comprare un viaggio si andava in agenzia di viaggi, oggi lo si organizza da soli su internet” , questa confonde, danneggiando le Agenzie di Viaggi, l’attività di vendita con il mezzo che si utilizza per l’interfaccia con il cliente. Da molto tempo, infatti, praticamente tutte le Agenzie di Viaggi, (le sole a poter vendere, a norma di legge, pacchetti turistici), utilizzano internet quale mezzo di comunicazione e promozione; molte di esse vendono online i propri pacchetti turistici tramite sistemi XML, (OLTA, On Line Travel Agency), altre con l’avvento del web 2.0 utilizzano blog, forum, chat, e i social network per il marketing online. Pertanto nell’affermazione generica da Lei usata per descrivere, a Suo parere, l’approccio del turista all’acquisto del viaggio: “lo si organizza da soli”, confonde l’utilizzo dei tanti portali turistici online, provvisti di regolari licenze di Agenzie di Viaggi, con il “fai da te”. In quest’ultimo caso ovvero l’organizzazione autonoma del pacchetto tramite acquisto di singoli servizi, ci si trova dinnanzi ad un argomento assai delicato: un panorama ancora deregolamentato e privo di controlli, con soggetti informatici che nulla hanno a che vedere con l’organizzazione turistica, in alcuni casi con prassi commerciali lesive della libera concorrenza, talvolta con pubblicità ingannevole, troppo spesso con soggetti improvvisati che, eludendo le tasse, operano abusivamente con portali che hanno sede all’estero ma che trovano nel nostro paese un significativo pullulare di fornitori non autorizzati all’esercizio, determinando concorrenza sleale, danno erariale e perdita di regolare forza lavoro.
Egregio Sig. Ministro, sono certo che le sue dichiarazioni volessero solo rimarcare il crescente utilizzo del mezzo internet, senza danneggiare o offendere le tantissime Agenzie di Viaggi, i Tour Operator, i Network, le Incentive House, i Professional Congress Organizer, i Business Travel Manager, gli imprenditori, le Associazioni datoriali del settore, i tantissimi studenti che frequentano le scuole superiori e Università del Turismo e tutto il personale che fa di questo lavoro la propria passione.