Faita Umbria – Confcommercio, associazione degli imprenditori dei campeggi, ha realizzato una indagine sull’andamento del turismo all’aria aperta. Per l’Associazione, nonostante il miglioramento strutturale di molte aziende e il mantenimento delle tariffe bloccate a 5 anni fa, si profila un orizzonte cupo, caratterizzato da forti decrementi nel movimento turistico e nei fatturati delle imprese.
“La situazione è difficile – ha detto Monica Migliorati, presidente Faita Umbria – nella maggioranza dei casi, questa estate, le imprese hanno dovuto fare i conti con un mercato poco reattivo. Fortunatamente non è stata attivata per il 2012 la tassa di soggiorno, altrimenti il risultato per l'economia turistica umbra sarebbe stato ancora più disastroso. Ci auguriamo che questo ulteriore balzello possa essere scongiurato anche il prossimo anno”.
L'indagine della Faita, relativa al periodo maggio-settembre, ha evidenziato un calo medio degli arrivi del 5%. Il saldo negativo è da inputarsi al ‘crollo’ del Trasimeno, dove il calo si è attestato intorno al 10%, con una clientela italiana ormai scomparsa. Il Trasimeno continua a perdere appeal, soprattutto nei confronti dei turisti stranieri. Gli imprenditori hanno notato che diversi TO hanno tolto il lago dai cataloghi e alcuni continuano a presentarlo come non balenabile. Sul fronte delle presenze turistiche, l'indagine ha evidenziato un trend negativo analogo a quello degli arrivi, con la sola differenza che il calo si è manifestato nel periodo di bassa stagione (maggio – giugno). La permanenza media è calata, soprattutto per i turisti italiani che restano nei campeggi umbri 3/4 giorni. Va un po' meglio con gli stranieri, che si trattengono in media 1 settimana, e provengono soprattutto da Olanda, Belgio e Germania. L'effetto sul fatturato delle imprese parla di riduzione media del 10% rispetto allo stesso periodo del 2011.