"L'emergenza lavoro è il primo tema all'ordine del giorno non solo del Governo Letta ma anche del settore turismo, per il quale se non si interviene immediatamente, rischiamo di depauperare la qualità del servizio turistico, uno degli storici fiori all'occhiello dell'ospitalità italiana, già falcidiata dal crollo della componente interna e dal calo delle tariffe". E' l'allarme lanciato da Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi tenendo conto degli ultimi dati dell'Osservatorio Turistico-Alberghiero elaborati dal Centro Studi della Federazione.
I mesi da gennaio a maggio del 2013, infatti, fanno segnare una flessione nelle presenze alberghiere determinata principalmente dalla componente interna (rispetto allo stesso periodo del 2012). Nel dettaglio il numero di pernottamenti, a livello nazionale, è stato del -0,8%, determinato da un -4,7% di italiani ed un +3,1% di stranieri. Ma l'allarme principale suona per i livelli occupazionali dei collaboratori delle strutture turistiche, calati da gennaio a maggio di quest'anno (rispetto allo stesso periodo del 2012) del 4,7%, con un -4,6% di lavoratori a tempo indeterminato ed un -4,9% di lavoratori a tempo determinato.
"Il crollo di quasi il 5% di lavoratori, tra occupati a tempo indeterminato ed a tempo determinato -sottolinea Bocca – rappresenta un danno incalcolabile innanzitutto per quei lavoratori e le loro famiglie alle quali viene meno oltre al lavoro una indispensabile fonte di reddito, che si rovescia sull'economia nazionale con un conseguente calo dei consumi. Quanto ai risultati delle presenze alberghiere – aggiunge il presidente degli albergatori italiani – continua la tendenza di un turismo a due velocità, con gli italiani in costante frenata e gli stranieri in crescita, anche se spinti da tariffe al ribasso. In queste settimane, peraltro, -sottolinea Bocca- sono in corso gli incontri con le rappresentanze sindacali dei lavoratori per il rinnovo del Contratto Nazionale di categoria e siamo tutti impegnati nella ricerca di una strategia comune volta a salvaguardare i dipendenti ed a sviluppare la capacità competitiva delle imprese. Ma da soli, imprese e sindacati, non ce la possono fare – conclude Bocca – da qui la nostra richiesta della proclamazione di uno stato di crisi occupazionale per il settore, per ottenere da Governo e Parlamento quei puntelli senza i quali lo svuotamento dei reparti nelle varie imprese turistiche potrebbe divenire un pozzo senza fondo".