edizione Nazionale
Federterme: nel 2013 timidi segnali di inversione di tendenza
notizia pubblicata 18 Ottobre 2013 alle ore 11:45 nella categoria Cronaca

"Timidi segnali di un inversione di tendenza, nel 2013, per le terme italiane". E' quanto ha affermato Costanzo Jannotti Pecci, presidente di Federterme, commentando l'ultima rilevazione periodica sull'andamento del comparto i cui risultati sono stati resi noti in occasione della nuova edizione di Thermalia, il Salone del Turismo Termale in corso a Rimini.
Il bilancio del settore termale nell'anno scorso non presenta sorprese. "Dopo la performance non all'altezza delle aspettative nel 2010 e nel 2011 – ha spiegato Pecci – il settore delle terme ha evidenziato nel 2012 un netto ridimensionamento dei livelli di attività determinato dal generale deterioramento del clima di fiducia e dal marcato inasprimento della tassazione. Questi fattori hanno spinto le famiglie a ridurre ulteriormente sia la domanda per le cure termali sia quella per gli altri beni e servizi erogati dagli stabilimenti, quali quelli alberghieri, di ristorazione, o quelli relativi al benessere".
Nel 2012 i ricavi totali del settore si sono ragguagliati a 719,3 milioni di euro. Rispetto al 2011, la flessione è stata pari a 6 punti percentuali causata in misura maggiore dalle cure termali (-7,8%), mentre per gli altri beni e servizi si sono riscontrate tendenze meno sfavorevoli (-4,4%).
"E' presto per parlare di una reale inversione della negativa tendenza che ha caratterizzato il triennio passato – ha concluso Pecci – l'andamento economico e della produzione, pur proseguendo in territorio negativo è apparso meno sfavorevole nel confronto tendenziale, il che fa supporre che le aziende, almeno per quanto concerne la redditività gestionale, che pur rimanendo negativa, sembrerebbe aver superato la fase di maggiore intensità della recessione".
Nei primi 9 mesi del 2013 i ricavi totali del settore termale sarebbero rimasti sostanzialmente invariati rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
Molto pronunciata sarebbe stata invece la flessione registrata dai costi di produzione (-9%) per effetto del taglio delle spese per il personale (-8%) e delle spese per i beni e servizi (-9%).