"Il patrimonio archeologico di Paesi come l'Egitto, la Siria, la Libia è diventato obiettivo del mercato clandestino di reperti". A lanciare l'allarme è Mounir Bouchenaki, consigliere speciale del direttore Unesco e direttore generale dell'Arab Center for World Heritage dell'Unesco. "Negli ultimi mesi – ha sottolineato Bouchenaki intervenendo alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum – stiamo registrando un gran numero di reperti che vengono portati fuori da questi Paesi e venduti clandestinamente". Il problema è la sicurezza dei siti archeologici: "Ci sono scavi abusivi che vengono effettuati – prosegue Bouchenaki – nei siti che non hanno più la custodia e la protezione che avevano negli anni passati, prima delle turbolenze politiche. Purtroppo abbiamo esperienze precedenti di questo fenomeno, basta ricordare quello che accade in Cambogia durante la rivoluzione dei Khmer Rossi".
Scavi abusivi che portano quindi alla luce reperti pronti per essere smistati sui mercati clandestini e venduti a caro prezzo. Sul tema la direttrice generale dell'Unesco Irina Bokova si sta attivando con le altre organizzazioni internazionali per intervenire appena la situazione politica lo permetterà, soprattutto in Siria. Nel paese arabo, tra l'altro, per ora resta in sospeso il progetto di rinnovamento e riorganizzazione del Museo Nazionale di Damasco e la ristrutturazione della Cittadella di Damasco.