Polemiche sul Piano casa varato dalla Regione Veneto. Venezia, infatti, secondo il sindaco Giorgio Orsoni, potrebbe diventare un unico grande albergo. Oggi la mappa della città è segnata, a macchia di leopardo, da tanti puntini rossi che indicano alberghi, bed & breakfast, attività produttive, i terminal della marittima dell'isola del Tronchetto e di Piazzale Roma. Se, in linea di ipotesi, venisse applicato in toto il Piano casa 'made' Regione del Veneto i puntini diventerebbero un unico grande mantello rosso.
Gli alberghi potrebbero vedere aumentata la loro altezza, ad esempio un hotel vicino a Piazza San Marco sovrasterebbe di fatto il Palazzo Ducale, mentre nelle case si potrebbe modificare radicalmente gli interni, così il tessuto 'muscolare' cittadino potrebbe essere stravolto in ulteriore spazio da dedicare alle attività ricettive e commerciali cacciando, in prospettiva, i veneziani dalla città.
Tutto questo perché, come sottolinea Orsoni, il Piano casa esclude nei processi decisionali, tutti calati dall'alto, le città impedendo, ad esempio, là dove crescono le cubature di predisporre gli spazi per i servizi ai cittadini o con la crescita delle altezze, di difendere il paesaggio.
"Naturalmente il caso 'Venezia' come descritto è una provocazione – precisa Orsoni – c'è la Salvaguardia, ci sono i vincoli paesaggistici e ambientali e c'è una città che non vuole assolutamente diventare qualcosa del genere. Ma ciò che abbiamo ipotizzato dimostra la fragilità ed insensatezza di un Piano casa calato dall'alto senza logica, che cercheremo di modificare".
Immediata la reazione dell'assessore regionale al Territorio Marino Zorzato: "questo strumento normativo non va minimamente a toccare i centri storici e il patrimonio vincolato e tanto meno, evidentemente, il centro storico di Venezia, inestimabile patrimonio dell'umanità".