Pantelleria marcia spedita verso l’Unesco, dove per la prima volta è stata presentata la candidatura di una pratica agricola, la coltivazione della vite ad alberello che, nelle conche e tra i muretti a secco, permette alle uve di Zibibbo di crescere nonostante il vento, una costante su questo fazzoletto di terra tra Europa e Africa.
“Dopo quattro anni, siamo ora alla fase finale del percorso di candidatura – ha detto, in occasione di Passitaly, il consigliere giuridico dei ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente Pier Luigi Petrillo – qualora l’Unesco dovesse iscrivere Pantelleriaù, lo Zibibbo pantesco diventerebbe un attrattore culturale e turistico. Fino ad ora, infatti, nessun Paese è mai riuscito ad iscrivere nella Lista una pratica agricola. In questi giorni – ha precisato l’esperto giurista – si riunirà a Parigi l’organo ristretto di valutazione, composto dai rappresentanti di cinque Stati: Perù, Kirghizistan, Grecia, Tunisia, Lettonia e Nigeria. Quest’organo dovrà proporre al Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco l’iscrizione o meno della pratica di Pantelleria nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità. La decisione finale sarà assunta a Parigi, nel quartiere generale dell’Unesco, nei giorni dal 24 al 28 novembre prossimi da parte dei 161 Stati parte della Convenzione. E il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato che sarà presente agli ultimi giorni di negoziato, proprio per sottolineare l’importanza di questa storica candidatura”.
Un impegno assicurato in prima persona dal ministro Martina a Pantelleria in pre-apertura di Passitaly: “Stiamo già lavorando col territorio – ha detto – confermo l’impegno del governo a sostenere la candidatura a patrimonio dell’Unesco dell’alberello pantesco. Lo seguiremo con grande attenzione perche’ e’ una grande opportunità non solo per Pantelleria ma per l’Italia”.