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Babbi: Enit non è inutile, per una nazione turistica è necessario
notizia pubblicata 17 Settembre 2014 alle ore 11:30 nella categoria Cronaca

“Una nazione, a mio giudizio, deve avere un ente di promozione nazionale, non è possibile pensare di farne a meno. In particolar modo una nazione che è turistica e vuole sempre essere più turistica”. In un’intervista all’Ansa, il dg dell’Enit Andrea Babbi illustra il nuovo corso che ha preso l’Enit da quando si è insediato un anno e mezzo fa.

E mette subito in chiaro: “Ai vari ministri che si sono succeduti nell’ultimo anno e mezzo ho offerto le mie dimissioni in bianco e farò così anche con il prossimo. Sono una persona libera e voglio che loro siano liberi di servirsi della mia professionalità oppure ne possano fare a meno quando vogliono, sono a servizio del mio Paese e del mio turismo. E come primo atto mi sono ridotto lo stipendio, proprio per dare un segnale. Il mio predecessore prendeva 178 mila euro, io ne prendo 150 mila e il cda me ne ha assegnati di sua sponte altri 30 mila solo come eventuale premio di fine anno”.   

Babbi parte confrontando l’operato dell’Enit con le nazioni europee più vicine all’Italia: “Tutti gli Stati hanno un’agenzia di promozione nazionale simile all’Enit, specialmente quelli a forte crescita turistica e noi con quelli vogliamo confrontarci. Noi abbiamo 23 sedi nel mondo, la Francia 33, la Spagna 33, la Germania 41. Il nostro personale è di 175 unità, la Francia 378, la Spagna 409, la Germania 160 più degli altri service esterni. Il nostro bilancio è di 26 milioni di euro, la Francia 69, la Spagna 103, la Germania 36 più i costi dei service”.    
E chi accusa l’Enit di costare molto specialmente nelle sedi estere, Babbi fa notare: “Tutte le nazioni che investono e vogliono investire sul turismo si sono dotate di una struttura nazionale con delle sedi all’estero. Negli ultimi mesi noi abbiamo fatto una scelta in più decidendo di integrarci con le nostre ambasciate e consolati all’estero. Da quando sono arrivato un anno e mezzo fa abbiamo chiuso e riaperto dentro i consolati e le ambasciate 8 sedi (San Paolo, Tokyo, Zurigo, Mosca, Pechino e a fine anno a Bruxelles, New York, Stoccolma) risparmiando notevolmente sui costi di struttura e di affitto. Ad esempio la sede di New York prima era a Fifth Avenue e costava 300 mila euro. Con questa razionalizzazione e contenimento della spesa – spiega il dg – nel primo bilancio che abbiamo presentato abbiamo avuto una riduzione delle spese del 25%. Ma oggi con il commissariamento prevede un ulteriore sforzo di adeguamento e modernizzazione dell’Enit con la trasformazione da ente pubblico a ente pubblico economico (che è il compito del commissario straordinario nominato a giugno)”.   

Secondo Babbi poi ci sono costi da tagliare e da razionalizzare ma non da eliminare. “Altrimenti – conclude – l’Enit rischia di trovarsi senza gli strumenti giusti: con bassi costi dobbiamo avere alte professionalità e un incremento deciso e costante delle nuove tecnologie”.