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Ora o mai più. Ecco i siti che rischiano di sparire
notizia pubblicata 09 Luglio 2015 alle ore 16:19 nella categoria Curiosita'

La Cnn ha stilato una classifica di luoghi da vedere al più presto prima che scompaiano per sempre per svariate ragioni, tra cui non solo guerre e cambiamenti climatici, ma soprattutto degrado, incuria, e abbandono.

Tra i 25 luoghi “Last chance to see”, come segnala Repubblica.it, ci sono anche due siti italiani: Pompei e la Reggia di Caserta. In Medio Oriente ci sono la cupola dorata di Gerusalemme e la parte antica di Beirut, in Libano, dilaniata da bombardamenti e decenni di guerre civili, ora potrebbe essere trasformata in appartamenti di lusso. A Petra, in Giordania, la superficie esterna del tempio di Al Khazneh si è ridotta di quasi quattro centimetri nell’ultimo secolo, e non solo a causa di pioggia e vento ma anche di milioni di mani.

In Turchia è una diga a minacciare l’antica città sul fiume Tigri, Hasankeyf.

In Giappone le tradizionali case ‘Michiya’ stanno scomparendo per lasciare spazio a palazzi moderni e non se ne possono costruire di nuove.

L’isola di Mozambico, dopo il tifone del 1994, è minacciato da un turismo sempre più aggressivo, in assenza di un piano di conservazione ambientale.

In Bolivia, Potosì,  la città coloniale più alta del mondo a 4900 metri di altitudine, è minacciata da cinque secoli di estrazione mineraria.

Nell’antica città di Timbuctù, in Mali le bombe di Al-Qaeda hanno fatto crollare una parte della Moschea di Djingareyber e due tombe sono state distrutte in un attacco terroristico nel 2012.

Anche la Russia e gli Stati Uniti fanno la loro comparsata nella lista. La prima con la “casa di Melnikov” a Mosca, un edificio cilindrico costruito nel 1929 dall’architetto d’avanguardia Kostantin Melnikov a rischio crollo per gli scavi dovuti alla costruzione di un parcheggio sotterraneo. A Cincinnati c’è un’antica stazione dei treni risalente agli anni Trenta che necessita di una ristrutturazione.

Tornando in Europa, il Paese che compare più volte nella lista è la Gran Bretagna: ci sono i contenitori del gas vittoriani; la stazione degli autobus di Preston nel Lancashire; la città marittima e mercantile di Liverpool, la centrale elettrica di Battersea, a Londra; i cosiddetti “Giardini di Robin Hood”, sempre nella capitale inglese, esempio di architettura brutalista. A Londra c’è anche la strada georgiana di Kentish Town, che risale al 1780.

Nella lista ci sono poi due murales e 40mila luci. Ma non oggetti qualunque. I murales sono di Pablo Picasso e si trovano sopra due palazzi governativi di Oslo danneggiati dalle bombe dell’attentatore di Utoya, Breivik.

Le luci invece sono i lampioni a gas della Berlino di fine Ottocento. Sono oltre 40mila, risalenti alla Belle Epoque e sono da proteggere. Verranno sostituiti da un’illuminazione più efficiente ma gli appassionati del patrimonio urbanistico culturale vorrebbero trovare una soluzione per non farli scomparire.