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Il cda di Fs si dimette mentre accelera processo privatizzazione
notizia pubblicata 26 Novembre 2015 alle ore 16:19 nella categoria Cronaca

Il cda di Ferrovie dello Stato spa ha rassegnato le dimissioni con il conseguente azzeramento dei vertici. In una nota l’azienda aggiunge che un’assemblea per la nomina del nuovo consiglio sarà convocata il più presto possibile.

“A tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato, va la gratitudine del Governo per il lavoro svolto”, dice il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan in una nota, in cui si precisa che il ministro ha apprezzato la scelta del management e dell’intero consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato di fare un passo indietro rinunciando al proprio incarico nella società.

Ringraziamenti anche da parte del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, “ai vertici di Ferrovie dello Stato, e in particolare a Marcello Messori e Michele Mario Elia, per la preziosa collaborazione nel conseguimento dei  risultati dell’azienda”.

Polemico il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi: “le dimissioni del cda del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, quale conseguenza della diversità di vedute con il Governo rispetto alla privatizzazione del Gruppo, evidenziano quanto sia sbagliato affrontare una scelta così complessa e strategica per il Paese con mere logiche di far cassa”.

“E’ un fatto irrituale, difficile da comprendere e non giustificato dalle condizioni dell’azienda – commenta a sua volta il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso -. La discontinuità nei vertici collegata all’ancora confuso progetto di privatizzazione, sono ragione di forte preoccupazione. Si rimuove l’intero vertice al quale si riconoscono i risultati positivi della gestione e si annunciano accelerazioni nella privatizzazione (e sullo scorporo?). Non vorremmo – conclude – che la fretta nella rimozione dei vertici e nella privatizzazione fosse motivata solo dalla necessità di fare cassa, vera ragione della fretta del Governo azionista del Gruppo”.