Gli Stati Uniti aspirano ad espandere il proprio sistema di sicurezza anche ad altri aeroporti europei, secondo quanto riporto Avionews.it. Il programma, definito pre-autorizzazione, prevede che vengano raccolte impronte digitali e foto di tutti i passeggeri prima di autorizzarli a salire a bordo degli aerei. L’aeroporto straniero ospite si fa carico della maggior parte delle spese, incluse quelle per la costruzione degli spazi adibiti a tali controlli. In questo modo tutti i passeggeri vengono trattati alla stessa maniera: americani e stranieri.
Il progetto è di mettere in atto tale strategia di sicurezza in ogni Paese (con particolare attenzione per l’Europa), a partire da quelli più a rischio ai fini di eventuali attacchi terroristici, per avere sempre la situazione sotto controllo.
Le statistiche attestano come il maggior numero dei viaggiatori diretti negli Stati Uniti provenga effettivamente dagli aeroporti coinvolti ed è in programma di aumentare del 33% tale cifra entro il 2024. Da ulteriori dati emerge come a più di 10.700 persone non sia stato permesso di entrare negli Usa a seguito di questi screening di controllo.
Ma gli aeroporti europei non sono particolarmente allettati all’idea di avere nelle proprie strutture funzionari e ufficiali americani, che possono disporre apertamente dei dati sensibili di ogni passeggero senza avere l’obbligo di comunicare l’uso che ne verrà fatto. Inoltre, c’è il rischio che con controlli così insistenti si ponga troppa attenzione sulla sicurezza e sulla paura, e meno sul viaggio in sé.