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Autorità trasporti avvia revisione modelli diritti aeroportuali
notizia pubblicata 06 Settembre 2016 alle ore 12:00 nella categoria Aeroporti

Il Consiglio dell’Autorità di regolazione dei trasporti ha deliberato la revisione dei ‘Modelli di regolazione dei diritti aeroportuali’ approvati 2 anni fa (con delibera n.64 del 17 settembre 2014). Il termine per la conclusione di tale procedimento è stato fissato al 31 maggio 2017.

“L’Autorità – spiega in una nota – ha deciso d’intervenire sulla base dell’esperienza acquisita nei due anni di prima applicazione, al fine di migliorare l’efficacia operativa dei modelli. Nell’ambito di tale procedimento di revisione, l’Autorità ha ritenuto di avviare, tramite il proprio sito web, una consultazione preliminare dei soggetti interessati, invitandoli a presentare contributi (‘Call for input’) in vista della redazione dello schema di documento regolatorio e della successiva ulteriore consultazione pubblica. La partecipazione alla ‘Call for input’ sarà aperta fino al 14 ottobre 2016, termine per l’invio dei contributi all’Autorità.   

La ‘Call for input’ sollecita contributi su ventuno quesiti, che vanno dal termine temporale entro il quale gli aeroporti interessati sono tenuti ad avviare le procedure di consultazione delle compagnie aeree alle procedure d’incentivazione delle attività di volo. Per i diritti aeroportuali – continua la nota – la legge prevede un sistema basato sulla partecipazione delle compagnie aeree alla definizione dei diritti aeroportuali, che devono essere orientati ai costi, trasparenti e non discriminatori.

All’Autorità di regolazione dei trasporti la legge affida il compito di elaborare i modelli tariffari di riferimento per i gestori aeroportuali e di assicurare la loro corretta applicazione. L’Art ha approvato tali modelli con la delibera n.64/2014, prevedendo tre differenti regimi: per aeroporti con traffico maggiore di 5 milioni di passeggeri annui, per quelli con traffico fra 3 e 5 milioni ed infine per gli aeroporti con meno di 3 milioni di passeggeri l’anno”, conclude la nota.