edizione Trentino Alto Adige
Visite ai musei trentini tra pittura, archeologia e cataclismi
notizia pubblicata 14 Ottobre 2016 alle ore 11:05 nella categoria Beni culturali

Sono varie e adatte ad ogni esigenza dei turisti, le iniziative che il Trentino propone per la stagione invernale. Tra i suggerimenti, vi è la visita al Castello del Buonconsiglio di Trento il più vasto e complesso monumentale del Trentino Alto Adige. Dal XIII secolo fino alla fine del XVIII residenza dei principi vescovi, presenta un apparato decorativo interno di pregio, in cui spicca il Ciclo dei Mesi, uno cicli pittorici di tema profano del tardo Medioevo.

Dal 2 dicembre prossimo e fino al 1 maggio 2017 sarà invece fruibile la mostra Arte barocca nel Principato Vescovile di Trento, con le opere del pittore Giuseppe Alberti, nella ricorrenza del terzo centenario della scomparsa. Proseguirà invece fino a giugno del 2017, nei locali del Muse, la mostra Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità, un racconto che parla di cataclismi e grandi sfide, ma anche di fortune e successi, in un dialogo a più voci tra scienza e società. Il progetto nasce da un lavoro di ricerca e selezione dei più significativi reperti originali di vertebrati estinti in tempi storici conservati presso i musei italiani.

Cultura e tradizione sono le proposte del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, a San Michele all’Adige, museo etnografico che celebra il lavoro rurale, le ingegnose e versatili tecnologie comuni a tanti mestieri del mondo contadino, del mugnaio, del fabbro, del malghese, del tessitore, del boscaiolo, del segantino, del carradore. Storia protagonista invece al Museo Storico Italiano della Guerra, a Rovereto, ospitato nel Castello della città. Il percorso di visita si articola su due livelli: da un lato gli eserciti e le guerre tra Ottocento e Grande Guerra, dall’altro il castello e le armi di età moderna.

Le tematiche religiose sono affrontate dal Museo Diocesano Tridentino, a Trento, fondato nel 1903 per salvaguardare il patrimonio artistico della Diocesi, che ha anche la custodia della basilica paleocristiana di San Vigilio e dei reperti archeologici rinvenuti nel corso degli scavi effettuati nel sottosuolo tra il 1964 e il 1977.