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Parigi si conferma meta prediletta per viaggi affari nonostante attentati
notizia pubblicata 16 Novembre 2016 alle ore 13:00 nella categoria Dati e statistiche

Parigi si conferma, anche nel 2016, la principale destinazione dei viaggiatori d’affari (12,2%). Non si è registrato un crollo ma comunque una lieve discesa rispetto alla Parigi pre-attentati, quando era la meta prescelta dal 12,8%. Bruxelles passa da un 4,7% del 2015 al 4% del 2016 dopo gli attentati di marzo all’aeroporto e alla stazione metropolitana di Maalbeck.

Londra, invece, per ora non ha ancora scontato le conseguenze della Brexit, e continua a esserela seconda città più importante per i business travel(da 8,9% a 8,4%).
È quanto emerge dal 14° Biz Travel Forum, evento di riferimento in Italia per la mobilità aziendale organizzato da Uvet a Milano.

“Lo scenario internazionale caratterizzato da tensioni e incertezze, con il rischio di attentati terroristici, condiziona gli spostamenti dei viaggiatori – precisa Luca Patanè, presidente Gruppo Uvet – In particolare, c’è un effetto di sicurezza percepita, a cui fa seguito un effetto sostituzione: mete più vicine, o ritenute più sicure, anche se poco conosciute, possono essere preferite ad altre. Tali fattori incidono sulla scelta delle destinazioni, sul mezzo di trasporto utilizzato per gli spostamenti e anche sulla tipologia di vacanza. L’industria turistica e il settore del trasporto hanno pertanto un alto grado di vulnerabilità al contesto internazionale ed è quindi fondamentale, per gli attori del settore, conoscere i principali fattori di rischio dello scenario internazionale”.

Francia e Germania hanno confermato la loro leadership da un punto di vista economico per l’Italia, anche se negli ultimi 12 mesi la prima ha visto diminuire la propria quota (da 21,5 a 19,3%), mentre la seconda fa registrare un incremento dell’1% ( da 16,7 a 17,9). Nell’ultimo anno hanno registrato valori in calo anche Regno Unito, Spagna e Belgio. In particolare il Regno Unito ha visto un calo minimo dell’1% (da 16 a 15), ma è ancora troppo presto per calcolare le conseguenze della Brexit.

Nel segmento nazionale,Milano resta la principale destinazione dei viaggiatori d’affari con una quota del 34% e un trend, anche se minimo, di crescita. Anche Roma ha registrato negli ultimi 12 mesi una crescita (da 29 a 30,4%), mentre le altre destinazioni hanno avuto un calo della propria quota di mercato di circa il 2%.

A livello intercontinentale New York si conferma il principale hub aeroportuale per i nostri viaggiatori d’affari che si dirigono negli Usa. Al secondo posto troviamo Dubai quale hub aeroportuale per chi viaggia in Oriente che registra un incremento della propria quota dell’1%.

La Business Travel Survey prende in esame anche l’andamento dei prezzi medi dei pernottamenti in hotel nelle principali mete dei viaggi d’affari. Nonostante abbia avuto una riduzione del costo medio per room night di circa 38 euro (da 202 dello stesso periodo del 2015 a 164),la città in cui è più caro pernottare in Italia è Venezia. Al secondo posto Milano che fa registrare un decremento di circa 7 euro per notte (da 151 a  144) e successivamente Firenze che cresce da 134 a 139 euro.

In Europa la città più cara si conferma Londra. In città una camera arriva a costare 258 euro a notte, prezzo in calo rispetto ai 272 euro dello scorso anno. Parigi è a 209 euro contro i 213 del 2015.

Nei primi 9 mesi del 2016 il costo medio per room night nelle principali destinazioni europee fa registrare un incremento per le città di Amsterdam (da 178 a 180 euro) e Francoforte (da 146 a 158 euro) mentre si rileva una diminuzione del prezzo su tutte le altre destinazioni. La città più economica rimane Madrid con 127 euro.

La diminuzione dei costi di pernottamento è stata riscontrata anche sulle mete intercontinentali. New York rimane la città più cara al mondo con 311 euro a notte, rispetto però ai precedenti 331 euro. Segue Dubai che può arrivare a costare per notte ben 218 euro (rispetto ai 225 dell’anno scorso) e Hong Kong il cui costo diminuisce di ben 27 euro perdendo il 12% (da 232 a 205 euro).