edizione Nazionale
Estate 2002, in Sardegna calo del 2%
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:20 nella categoria Territori

Dopo un trend di crescita tra il 5 e il 10 per cento all’ anno nell’ ultimo triennio, la Sardegna ha subito nella stagione turistica 2002 una brusca battuta d’ arresto con un meno 2%, pari alla perdita di 200 mila presenze rispetto ai 9 milioni registrati nel 2001 (7 milioni 4 anni fa). A lanciare l’ allarme è la Confesercenti regionale che attribuisce il calo alle tensioni internazionali, ma soprattutto alle carenze strutturali dell’ Isola in materia di servizi e trasporti. Da un’ indagine condotta dall’ associazione su 80 delle 800 imprese turistiche isolane, emerge che la contrazione ha colpito tutti i settori: alberghiero, extralberghiero, seconde case, indotto. Per la prima volta, ne ha pagato le conseguenze persino la grande distribuzione. “Tutti hanno subito contraccolpi negativi – spiega il segretario di Confesercenti Sardegna, Carlo Abis -. Anche regioni più attrezzate, come quelle che si affacciano sull’ Adriatico. Non possiamo parlare di tragedia ma, se si ripetesse nel 2003 una stagione del genere, saremmo nel dramma. La Sardegna non può permettersi crisi simili, ha poche alternative di sviluppo”. Scorrendo i dati del rapporto Confesercenti, il 57% del campione afferma che la stagione appena passata è stata una delusione. In generale, appare stabile l’ arrivo di stranieri (nel Nuorese sono addirittura aumentati del 54%), però all’ appello mancano soprattutto i tedeschi, che rappresentano il 48% del totale: con l’ avvento dell’ euro, hanno scelto destinazioni più economiche. In calo anche i turisti dell’ Est europeo (-30%) e gli americani (-25%), nonostante non costituiscano la parte più cospicua degli arrivi in Sardegna. Soprattutto gli italiani hanno preferito rivolgersi altrove. “La maggiore stabilità politica nei Balcani – commenta Abis – ha indotto i tour operators a deviare il flusso verso quest’area e a paesi confinanti, quali Turchia e Grecia, a discapito
della Sardegna. Anche perché quest’anno fare le vacanze nell’ Isola è costato tra il 10 e il 40% in più rispetto agli anni precedenti. Le stesse strutture a cinque stelle, come quelle della Starwood in Costa Smeralda, hanno avuto dei problemi”. Le seconde case, che fanno parte di un mondo sommerso, non sfuggono alla crisi: su 500 mila unità (pari a tre volte il numero dei posti letto disponibili nelle strutture ricettive della Sardegna), almeno un terzo non ha trovato clienti, se non ad agosto. ”Si è vissuti di rendita – è l’ accusa di Abis – Si incentra il Dpef regionale sul turismo, almeno a parole, ma non si attua una politica adeguata. La giunta regionale deve dirci se intende puntare su un turismo culturale, su quello congressuale oppure su quello della terza età. E’ urgente l’ emanazione del Piano regionale per indicare le direttrici di sviluppo del comparto”. A fine gennaio, la Confesercenti proporrà un Forum sul tema. Saranno sentiti i pareri di alcuni esperti ma, assicura Abis, non mancheranno le proposte. “Evidenziamo le debolezze strutturali, la scarsa qualità dei servizi, la mancanza di promozione e marketing, oltre che di un coordinamento del sistema locale (artigiani, produttori agroalimentari, gestori di siti culturali). Ma presenteremo un nostro progetto dettagliato, per offrire un contributo serio”.