edizione Nazionale
Iraq: Confcommercio, a rischio vacanze e ristoranti
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:58 nella categoria Territori

E’ allarme rosso sul fronte dei consumi che quest’anno, nel caso la guerra in Iraq si protraesse per oltre 6 mesi, rischiano di vedere le famiglie italiane tagliare lo 0,4% delle proprie spese. A cominciare da quelle di viaggi e vacanze che – secondo le previsioni di Confcommercio basate sulla peggiore evoluzione dello scenario iracheno – rischiano di lasciare sul campo di battaglia una flessione fino al 9,5%. E mentre già per i prossimi ponti la preoccupazione degli operatori è evidente – ”non sappiamo se ci sarà una Pasqua”, sottolinea con una battuta il presidente dei commercianti, Sergio Billè – l’allarme si estende anche a tutte le spese non strettamente di prima necessità. A cominciare da quelle per i ristoranti, i pranzi e le cene fuori che potrebbero risentire di un impatto guerra, sempre nel peggiore dei casi, con una contrazione del 6,35. Seguiti dalle spese per profumeria e cura della persona (-5,3%) e quelle per gli elettrodomestici e informatica. In controtendenza, invece, i servizi telefonici che potrebbero mettere a segno anche incrementi di spesa fino al 7%. Dovrebbero invece tenere i prodotti alimentari e le bevande per i quali anche nel caso di una guerra lunga e complicata le attese di Confcommercio indicano una forchetta compresa tra una crescita dell’1,7 ed il 2,3% mentre per quelli non alimentari le peggiori stime di Confcommercio rischiano un taglio compreso tra lo 0,4 e lo 0,6%.