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Sicurezza aerea, da gennaio nuove norme
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 12:12 nella categoria Territori

Ulteriore giro di vite da gennaio nel campo della sicurezza aerea. Macchine sniffatrici in grado di
annusare e segnalare la più piccola particella di polvere esplosiva o plastico; recinzioni radar invisibili per impedire accessi indesiderati agli hangar; sky marshal e cabine blindate a bordo. Il mondo del trasporto aereo si prepara a un nuovo salto di qualità a 15 mesi dall’attentato delle Torri Gemelle. Da gennaio, gli aeroporti dovranno dotarsi di un apparecchiatura in più: i cosiddetti sniffatori, in grado di rilevare la presenza di plastico, anche se nascosto nei bagagli. Sempre dall’inizio del 2003 diverrà, inoltre, obbligatorio il controllo radiogeno del 100% dei bagagli nella stiva, oggi effettuato solo dagli scali maggiori. Tempi più lunghi, invece, per gli sceriffi del cielo e le porte blindate sugli aeromobili: ”diventerà un obbligo averle a bordo da novembre prossimo, le
compagnie si stanno attrezzando”, dice il direttore generale dell’Enac Pierluigi Di Palma, mentre negli aerei di nuova costruzione sono già installate. ”Per quanto riguarda gli sky marshal, il confronto internazionale sta continuando; in occasione del convegno di Pratica di Mare ne avevamo già valutato la validità in alcuni casi”. Il bilancio sulla sicurezza ”e’ estremamente positivo: gli
aeroporti italiani sono tra i primissimi in Europa per i livelli raggiunti”. Ad assicurarlo è il presidente di Assaeroporti, Giovanni Maniscalco. ”Detto ciò, non ci stiamo adagiando. Da gennaio prossimo diventeranno operativi sia il controllo radiogeno dei bagagli in stiva al 100%, anche se occorrerà qualche mese in più per la dotazione delle attrezzature, che i cosiddetti ‘sniffatori’, macchinari mobili in grado di rilevare la presenza di particelle di esplosivi sui passeggeri in
transito e all’interno dei bagagli. Saranno in dotazione al personale degli aeroporti e verranno utilizzati in tutti i punti di varco”. Il controllo radiogeno sui bagagli, anche se la normativa europea in fatto di security aerea è in via di pubblicazione, viene già effettuato da tempo presso gli scali maggiori, come Fiumicino, Milano, Torino. ”Potrà esserci un problema di attesa per la fornitura delle attrezzature per quanto riguarda gli altri scali – segnala Maniscalco – visto che le imprese che
li producono sono solo due nel mondo”. L’attuale vigilanza del personale dell’esercito negli hangar e nelle aree tecniche degli scali potrà invece essere sostituita da una barriera radar invisibile che, se infranta, fa scattare un allarme. Il passaggio delle persone autorizzate nelle zone di recinzione è consentito attraverso varchi biometrici che controllano tessere magnetiche, impronte digitali e dell’iride. Il progetto, dal costo di circa 20 milioni di euro per uno scalo delle dimensioni di Fiumicino, è stato presentato dalla GE Transportation System, ieri al convegno sulla sicurezza del trasporto aereo organizzato dall’Enac, e ”potrebbe essere installato allo scalo Leonardo da Vinci già dalla metà del prossimo anno” dice il responsabile per l’ area Europa della società, Silvano Brandi.
”Non c’è ancora un accordo sul piano internazionale per l’adozione dello sky marshall” ha detto il generale Leonardo Tricarico, consigliere militare del presidente del Consiglio. Mentre sulla blindature delle cockpit ”l’intesa è stata raggiunta ma servono tempi piu’ lunghi per l’attuazione
pratica”. L’Enac ha già stanziato intanto 180 milioni di euro per le dotazioni necessarie ad effettuare il controllo al 100% dei bagagli in stiva. Il Cisa, comitato interministeriale sulla sicurezza aeroportuale, presieduto dallo stesso Di Palma, sta lavorando su otto linee di intervento in tema di security: dal controllo sulle persone, a quello sui bagagli, merci, voli sensibili, alle misure di sicurezza sugli aeromobili e sulle infrastrutture. Un’ulteriore scheda riguarda i programmi di sicurezza di cui devono dotarsi le compagnie aeree. ”Abbiamo già legiferato il 90% del programma di sicurezza contenuto nel regolamento comunitario che verrà pubblicato a dicembre sulla implementazione tecnologica” assicura Di Palma. ”L’Italia si è posta come nazione guida rispetto al problema della security internazionale” dice osservando che ”la sicurezza ha però un costo economico: l’implementazione tecnologica è un bene sociale e, come tale, va iscritta nel bilancio pubblico mentre tariffazione e gestione delle macchine va a carico dei gestori”.All’apertura dei lavori, Tricarico ha sottolineato ”la rapidità e la concretezza con cui immediatamente dopo i fatti
dell’11 settembre si è operato riunendo subito intorno a un tavolo tutti i rappresentanti istituzionali per dare un contributo alla soluzione della crisi”. Grazie a tale tempestività, già nella notte dell’11 settembre, tra i provvedimenti urgenti l’Italia è riuscita ad assicurarsi l’ unica scorta disponibile di vaccino vaioloso, acquistandola a Berna, ha raccontato il consigliere militare del premier. Erano
5 milioni di unità che verranno portate a 25 milioni; le altre nazioni europee stanno ora facendo altrettanto.