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Ue, i 15 d’accordo su aiuti indiretti alle compagnie aeree
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 09:26 nella categoria Territori

Per il ministro dei trasporti Pietro Lunardi “è bene cominciare a ragionare” sulla possibilità di aiuti indiretti al settore aereo, “soprattutto
se la guerra dovesse continuare”. Lunardi non pensa ad aiuti diretti alle compagnie aeree, ma ad una serie di misure come quelle messe a punto dalla Commissione europea dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre. Bruxelles aveva allora autorizzato l’intervento degli Stati membri per coprire le polizze assicurative e fare fronte alla necessità di nuove misure di sicurezza. Inoltre, aveva introdotto un meccanismo di flessibilità nella gestione delle fasce orarie (slots), per non penalizzare le compagnie che registravano cali di voli dovuti alla congiuntura del settore. Analoghe misure sono previste in un documento già sottoposto mercoledì scorso al collegio dalla commissaria Ue Loyola de Palacio. La Commissione ha già chiarito che non è disposta ”ad accettare misure che potrebbero avere l’effetto di creare distorsioni tra gli Stati e le compagnie e neppure di accettare che la situazione presente serva da pretesto per ritardare le ristrutturazioni necessarie”. Il peso della guerra si fa già sentire sulle compagnie aeree. L’Air France ha annunciato di avere ridotto del 7% la sua capacità di voli ad aprile ed ha oggi detto ”di non essere più sicura di potere raggiungere” il suo obiettivo di utile operativo. La tedesca Lufthansa ha dichiarato di avere subito un calo di prenotazioni di circa il 10% negli ultimi giorni, in seguito al conflitto con l’Iraq, e di avere accusato la flessione più consistente sulle rotte con gli Stati Uniti. Non migliore la situazione della British Airways: la compagnia inglese ha annunciato di avere ridotto del 4% la propria capacità di volo nei mesi di aprile e di maggio. L’Unione europea guarda con attenzione alle decisioni che assumeranno gli Usa per far fronte all’inevitabile crisi del settore aereo. Dopo l’11 settembre, il governo americano sbloccò aiuti diretti per 5 miliardi di dollari e destinò
altri 10 miliardi di dollari supplementari come garanzia. Questa misura creò alle compagnie europee problemi aggiuntivi, di concorrenza sleale, in quanto le compagnie americane usarono gli aiuti diretti per proporre voli transatlantici con tariffe fuori mercato.