edizione Nazionale
Federalberghi, bisogna ridurre l’Iva
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 12:20 nella categoria Territori

Nessun contatto diretto ma una speranza: che il progetto del premier di puntare anche sul turismo per rilanciare i consumi in Italia sia l’occasione per vedere finalmente esaudita una richiesta che gli operatori turistici rivolgono da anni ai diversi governi italiani. E, cioè, di vedere adeguata l’aliquota Iva italiana del 10% a quella dei principali competitori del Bel Paese: Spagna e Francia in testa. ”L’annuncio del presidente del Consiglio è stata una sorpresa anche per noi, ma spero che questa sia l’occasione per vedere accolta una richiesta rinnovata al governo non più tardi di 15 giorni fa” rivela il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, che, quindi, auspica un ”intervento coraggioso”. ”E’ la prima volta che assistiamo all’intervento di un governo sul turismo” sottolinea ancora Bocca ricordando che, in realtà, ”con il governo abbiamo rapporti settimanali” da quando il presidente del consiglio Berlusconi ha annunciato di puntare molto sul settore turistico italiano. Da allora, spiega Bocca, le imprese alberghiere si sono confrontate sia con il ministro Marzano sia con Tremonti. L’arrivo dell’euro, infatti, ha peggiorato il confronto con gli altri paesi del Continente che, sottolinea Bocca, possono contare su uno spread ”del 4,5% o del 3% per farci concorrenza” sui prezzi. La Francia, infatti, ha colto l’autorizzazione europea all’uso di aliquote Iva ridotte rispetto al 20% per tassare il turismo con un’imposta del 5,5%. Anche in Spagna l’Iva sulle attività turistiche è al 7% mentre l’Italia è tra quei paesi che, pur godendo dell’agevolazione, ha un’aliquota ridotta tra le più alte in Europa (10%). Per Bocca, considerando che il fatturato del comparto in Italia viaggia sui 20 miliardi di euro, ogni punto percentuale di riduzione dell’aliquota potrebbe pesare per 200 milioni di euro sulle casse dello stato che, però ”verrebbero recuperati sul mercato” con un aumento dei margini delle aziende per fare investimenti e con un probabile aumento del fatturato e, quindi,
anche del gettito. Anche le agenzie di viaggio sperano in un provvedimento che
riduca l’Iva al 10%. Non solo, le agenzie della Fiavet puntano da tempo ad un provvedimento che, almeno, riduca dal 20% al 10% anche l’aliquota per le attività di organizzazione di viaggi e soggiorni. La copertura finanziaria per questo intervento sarebbe di 20 milioni di euro circa. La Fiavet chiede infine
l’esclusione dall’Iva delle provvigioni per alcune operazioni di intermediazione, come il noleggio di mezzi di trasporto o per le prenotazioni di servizi resi all’estero.