Us Airways sarà la prima grande compagnia aerea americana a vendere cibo a bordo dei propri velivoli. Dopo un periodo di prova avviato all’inizio dell’anno,
la società americana ha deciso, a partire dal primo di luglio, di abolire – sulle rotte superiori alle 700 miglia – il consueto spuntino offerto ai clienti vendendo, a loro discrezione, snack, colazioni o pranzi veri e propri.
Una mossa dettata dalla necessità di tagliare i costi fissi – dopo le difficili stagioni vissute dal comparto del trasporto aereo statunitense – che sembra avere incontrato i favori del grande pubblico, ben disposto a rinunciare ai
classici pasti convenzionali (spesso bocciati per la loro qualità non eccelsa) e a spendere per mangiare pietanze più gustose a propria scelta. Us Airways – uscita dalla bancarotta proprio lo scorso marzo – ha iniziato a testare il cibo a pagamento, fin dall’inizio del 2003, su 56 voli giornalieri in partenza da
Washington e diretti a Pittsburgh: dal mese prossimo il servizio sarà offerto sulle rotte verso Charlotte e Filadelfia e, dal primo di luglio sui voli superiori alle 700 miglia. Secondo l’azienda, la misura riguarderà circa 360 voli giornalieri, un terzo dei voli entro i confini statunitensi. La scelta compiuta da Us Airways, potrebbe presto essere fatta anche da altre grandi compagnie aeree a stelle e strisce: Midwest Airlines ha già iniziato a vendere cibo sulle tratte minori, America West prenderà una decisione entro il prossimo
mese mentre Delta airlines ha in programma l’avvio di una fase di sperimentazione a luglio. In casa United Airlines – seconda compagnia aerea del Paese in bancarotta dallo scorso dicembre – sono iniziate, tre settimane fa, le prime prove su oltre 80 voli giornalieri: l’ipotesi di tagliare i costi appare decisamente importante per l’azienda intenta a riemergere dalla procedura fallimentare del Capitolo 11 nel più breve tempo possibile. Proprio ieri, intanto, United Airlines ha reso noti i risultati finanziari per il mese di aprile, archiviato con una perdita netta di 375 milioni di dollari. Sulla rilevazione mensile – è stato spiegato da United Airlines – hanno influito la guerra in Iraq e la diffusione della Sars, la sindrome da polmonite acuta che ha colpito in maniera particolare i voli verso l’Oriente.