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Alitalia, il rilancio in tre mosse
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:12 nella categoria Territori

Sono tre le condizioni che Alitalia dovrà soddisfare per sopravvivere, secondo il suo amministratore delegato Francesco Mengozzi. ”Incrementare la propria efficienza, lavorando tutti di più, a parità di costi, flessibilizzare la propria struttura dei costi, integrarsi con altri vettori fino all’attuazione di fusioni necessarie”. ”Si tratta di condizioni – ha aggiunto Mengozzi aprendo
l’assemblea degli azionisti – tutte e tre necessarie”. Riguardo alla privatizzazione Mengozzi ha aggiunto che a suo avviso ”ineludibile, vi è la necessità di percorrere senza compromessi quella strada”. Mengozzi, parlando in apertura dell’assemblea ordinaria e straordinaria degli azionisti per l’approvazione del bilancio 2002 e le nuove nomine, ha sottolineato come il 2002 sia stato ”un anno di passaggio, peraltro un anno buono come invece da tempo non accadeva, con tutti gli obiettivi industriali centrati nonostante la durissima crisi, con un risultato economico largamente positivo, alimentato anche fortemente anche da partite straordinarie, col progressivo dispiegarsi dei benefici dell’alleanza attuata regolarmente nonostante gli sconquassi per mercato con un vigoroso risanamento finanziario interamente completato in una
situazione di mercato difficilissimo, con un processo di ristrutturazione industriale chiaramente avviato”. ”Un anno buono – ha aggiunto – ma pur sempre un anno di passaggio”. L’amministrazione delegato della compagnia di bandiera ha ricordato la situazione mondiale dell’industria del trasporto aereo: secondo dati Iata, tra la fine del 2001 e la fine del 2003 il settore avrà accumulato perdite a livello globale superiori a tutti i profitti messi insieme dall’inizio della sua storia, senza dimenticare le numerose aviolinee, fra le maggiori
del mondo, che non hanno retto e sono ricorse al famoso ‘capitolo 11’. D’altra parte questa, ha osservato ancora Mengozzi, è un’industria che ”lavora ovunque a margini industriali sottilissimi, quando esistono, necessitando per di più di ingenti capitali da investire, con grande rilevanza di costi fissi e totale esposizione ai rischi geopolitici più diversi”. Quindi non poteva che subire con durezza tutti i contraccolpi della situazione attuale: un calo anche marginale della domanda può rivelarsi rovinoso, specie se accoppiato a impennate di costi non comprimibili come il carburante.