Un tribunale di San Francisco, in California, ha dato via libera a due ricorsi contro compagnie aeree per la cosidetta sindrome della classe economica, cioè le trombosi che possono colpire coloro che non disponendo di spazio sufficiente per le gambe, le tengono ferme per troppo tempo, soprattutto durante i voli transcontinentali. Il tribunale ha accolto un ricorso inoltrato da una donna californiana contro la Continental e la Air France per un viaggio tra San Francisco e Parigi, e quello di un uomo dell’Arizona per un collegamento, sempre tra San Francisco e Parigi, ma contro la American Airlines. Secondo il legale dei due, i suoi clienti hanno avuto seri problemi di salute dopo il volo. L’avvocato, Michael Danko, oltre a chiedere danni, auspica che le compagnie aeree avvertino i passeggeri dei pericoli della sindrome, che può apparire in classe economica, nei voli che superano le cinque ore. In Gran Bretagna, un ricorso dello stesso tipo è stato respinto, nei giorni scorsi, da una corte di appello: sarà la Camera dei Lord a decidere in merito.
I casi mortali di sindrome da classe economica sono stati una trentina circa in 10 anni, ma se ne parlò in modo particolare nel 1999, dopo la morte di una ragazza inglese di 28 anni, appena scesa dal jumbo della compagnia australiana Qantas al termine di un viaggio di oltre 20 ore tra Melbourne e Londra.
La ragazza, Emma Christoffersen, una donna sportiva in perfetta salute, venne colpita da una trombosi venosa profonda durante il volo. Secondo l’autopsia la morte fu provocata da un embolo, formatosi nelle gambe, salito poi fino al cuore o ai polmoni causando la cosiddetta morte improvvisa. Negli Stati Uniti, aveva infine suscitato molte polemiche la decisione, presa nei mesi scorsi da alcune tra le maggiori compagnie, di far pagare un sovrapprezzo ai passeggeri obesi, che a causa della loro stazza occupano più di un posto.