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Agenzie di viaggi, è in crisi la monospecializzazione
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:00 nella categoria Territori

”Non è in crisi l’agenzia ma la monospecializzazione: lavorare su un solo segmento o prodotto è sempre più rischioso perché gli scenari sono a grossa variabilità. Due esempi? chi ha privilegiato l’incoming americano con la guerra ha visto bloccarsi tutto, oppure chi ha puntato sulla biglietteria ferroviaria con il taglio delle commissioni si trova spiazzato”. E’ l’analisi di Stefano Landi, segretario nazionale della Fiavet, l’associazione che rappresenta 2.600 agenzie di viaggio su 7.500 in Italia (300 su 600 in Emilia-Romagna). ”Il problema è riuscire a lavorare su più livelli, operando su un ventaglio di possibilità, allargando i settori, ad esempio sul turismo specializzato, culturale o di nicchia. La formazione professionale non c’entra, ma serve elasticità: si rischia di saper fare bene un mestiere che non serve più, mentre la potenzialità massima è essere pronti a cambiare in fretta e avere una conoscenza di più cose”. Landi valuta così la concorrenza di Internet: ”Non ha ancora cambiato il mercato, se non in modo marginale: se pensiamo che i sistemi di vendita alternativi di Alitalia non arrivano al 9%, vuol dire che è un segmento molto limitato. Il tempo di trasformazione dello zoccolo duro del mercato credo vada per generazioni. Sicuramente mio figlio che ha 8 anni comprerà tutto su Internet, sono certo che mia madre non compra niente, io invece sono a metà. In Internet non c’è nessun arbitraggio: bisogna andare a botta sicura su un fornitore, mentre in agenzia chiedi la soluzione che ti costa meno e hai un prospetto di possibilità. Con altri sistemi è più difficile, molti consumatori ci segnalano che non riescono a comprare per telefono un biglietto perché hanno attese di mezz’ora con tutti i costi del caso”.