Occhi puntati su Parmatour, dopo che nella sentenza che
ne ha deliberato lo stato di insolvenza, sono comparsi 418
milioni di rosso.
Troppo pochi, secondo gli investigatori, che ora danno la
caccia ai debiti e sospettano dichiaratamente che l’azienda
turistica sia stata creata per fare in modo che le attività del turismo avessero una nuova verginità. Infatti, non si capirebbe altrimenti il motivo per cui lo stesso Calisto Tanzi ha garantito debiti Parmatour per 900 milioni di euro attraverso due fideiussioni siglate a margine di un’intesa con un consorzio interbancario che aveva il compito di posizionare il debito. Un’operazione fatta nell’aprile 2003, a soli tre mesi dalla nascita di Parmatour. L’entità delle fideiussioni appare quindi agli inquirenti molto sospetta per una società che dichiarava tutto sommato un debito accettabile alla fine di marzo di quell’anno, 315 milioni
di euro. Il sospetto è che le garanzie siano state fornite da
Tanzi per debiti pregressi alla nascita di Parmatour. Perciò
l’attenzione dei pm si sta spostando ora a Hit, Hit International e New Holding, le società che conferivano i
propri beni a Parmatour e i cui bilanci ora i magistrati
vogliono spulciare. Interesse, questo, anche del commissario straordinario Enrico Bondi che si è visto riconoscere, con il deposito della sentenza del Tribunale, lo stato di insolvenza di Parmatour e che attende un’analoga deliberazione del Tribunale civile per la Coloniale.