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Trasporto aereo, il Governo studia Decreto salva-vettori
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:00 nella categoria Territori

Per salvare le compagnie aeree italiane ”il governo potrebbe intervenire con provvedimenti d’urgenza” sui cosiddetti requisiti di sistema. Limando cioé alcune tasse per atterraggio-decollo, sorvolo, carburante, individuando gli aeroporti strategici e concentrandovi i finanziamenti, e ripartendo il traffico passeggeri fra gli scali di Fiumicino e Malpensa e fra quest’ultimo e Linate. In attesa che il parlamento esamini la riforma del settore del trasporto aereo, il vice ministro alle Infrastrutture e Trasporti Mario Tassone ha ipotizzato l’emanazione di decreti ad hoc in caso si rendessero necessari per agevolare i vettori ad uscire dalla crisi. Per il rilancio di Alitalia, si fa notare da più parti, questi interventi dovrebbero arrivare al massimo nell’arco di tre mesi, altrimenti le strategie fallirebbero e l’azienda sarebbe ad un passo dal portare i libri in tribunale. Infatti, si osserva con un certo ottimismo, entro fine marzo la rimodulazione del piano industriale 2004-2006 – che sarà dalla prossima settimana al centro degli incontri fra i nuovi vertici della compagnia e i sindacati – potrà essere conclusa, e da aprile Alitalia potrà avviare gli interventi utili al recupero di produttività e di posizioni sul mercato, in particolare domestico, con nuove tratte, ampliamento della flotta, e
fidelizzazione di clienti. Se entro maggio arrivano interventi a
sostegno delle compagnie c’è ancora spazio per sperare in una
reale ripresa. La riforma del trasporto aereo ”è all’esame della
Commissione trasporti della Camera e approderà in aula il 29
marzo prossimo”, ha ricordato Tassone, auspicando che ”prima
di Pasqua ci sia l’approvazione da almeno un ramo del
parlamento”. I tempi sarebbero, comunque, troppo lunghi per il
salvataggio dei vettori e per questo compagnie aeree e sindacati
continuano a sollecitare un sostegno immediato prima che sia
troppo tardi. Lo stesso Tassone ha riconosciuto che si tratta di
”un tema vitale per far uscire tutte le compagnie e il
trasporto aereo dalle difficoltà”. Gli interventi di revisione dei requisiti di sistema, sollecitati da vettori e sindacati, dovrebbero comportare la
riduzione di alcuni costi a cui sono sottoposte le compagnie
aeree. Per esempio, delle tasse per atterraggio-decollo e
sorvolo versate all’Enav (che opera in regime di cost recovery,
cioè senza profitti ma reinvestendo su qualità e sicurezza),
delle tasse per i servizi di handling e manutenzione resi dai
gestori aeroportuali, della royalty pagata sul carburante
(attraverso una rivisitazione degli accordi con le compagnie
petrolifere). Un altro requisito ritenuto nevralgico riguarda gli
aeroporti. In particolare, si chiede che il governo identifichi
sui 106 aeroporti esistenti, quelli veramente strategici, una
ventina, su cui concentrare il versamento dei fondi. I finanziamenti a pioggia dati a tutti gli aeroporti, hanno spesso
rilevato i sindacati, andrebbero a vantaggio delle compagnie low
cost straniere che da un lato ottengono agevolazioni tariffarie
(girate poi agli enti che hanno partecipazioni nello scalo, ciò
che non avviene in altri Paesi europei) e dall’altro aumentano
il traffico a danno dei vettori nazionali. Inoltre, si chiede
che l’Esecutivo potenzi i due hub di Fiumicino e Malpensa con
una scelta sulla ripartizione di traffico, scelta che viene
sollecitata anche fra l’aeroporto milanese di Linate e quello
varesino di Malpensa. Alitalia, per migliorare la propria
performance, auspica un intervento del governo con un nuovo
decreto sulla ripartizione fra i due scali che ponga come soglia
i voli con 800mila passeggeri l’anno, prevedendo, al di sopra
della soglia, la scelta per Linate.