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Alitalia, il Paradiso può attendere
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:00 nella categoria Territori

I provvedimenti di soccorso per Alitalia e per il trasporto aereo non arriveranno prima di una settimana e non prima che ci sia stato un nuovo chiarimento a livello politico. Ieri, in occasione del vertice di governo che si è tenuto a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, si è infatti deciso di rinviare ancora l’esame definitivo del provvedimento sui cosiddetti requisiti di sistema che, secondo quanto annunciato dal ministro delle politiche comunitarie, Rocco
Buttiglione, potrebbe valere solo 120 milioni di euro ”per
tutto il comparto” e compresi gli ammortizzatori sociali. ”Le decisioni verranno assunte in sede politica,
probabilmente la prossima settimana” ha affermato il
viceministro alle Infrastrutture Mario Tassone al termine del
vertice che, ha detto, è servito per fare ”un approfondimento sui requisiti di sistema”. Il tema, in effetti, è di nuovo al centro di una riunione
dei ministri interessati, ma senza il premier, questa mattina: anche quello di oggi, tuttavia, dovrebbe essere ancora un incontro tecnico non definitivo. Sulla sorte del decreto pesa infatti, nelle ultime ore, l’allarme lanciato dal ministro delle Infrastrutture e per certi versi adombrato anche dal ministro delle Politiche Comunitarie. Le risorse che servono ad Alitalia sono ”molto più elevate di quanto possano rendere questi interventi” contenuti nello schema di decreto sui requisiti di sistema ha detto oggi Lunardi, prima che Buttiglione fornisse la stima sugli stanziamenti previsti. Che, in effetti, sarebbero ben pochi, anche se la cifra ipotizzata da Buttiglione fosse da considerare di competenza per il solo 2004. Il rinvio, al di là della questione sugli stanziamenti, rischia comunque di complicare ancora di più la difficile situazione della compagnia che conta i giorni per vedere una soluzione della crisi in cui versa: martedì 20 aprile, infatti, si riunirà il consiglio di amministrazione della compagnia che dovrebbe varare il nuovo piano industriale, o meglio le rimodulazioni al vecchio piano Mengozzi. Anche i sindacati dovrebbero in teoria firmare l’accordo con l’azienda martedì, ma non lo faranno fino a quando non saranno sicuri che i loro previsti sacrifici saranno supportati anche dal governo con le misure di sostegno al settore. Tuttavia lo stesso governo ha più volte sottolineato la sua indisponibilità a mettere in campo misure di sostegno al settore senza una preventiva firma dell’accordo sindacale. Anche oggi uno dei sindacati, quello dei piloti, è tornato a sottolineare le condizioni per ottenere il loro nulla osta al piano e alla pace sociale in azienda. ”Per ragionare sul contratto con l’Alitalia e procedere nella trattativa” l’Anpac aspetta ”dal governo la conferma di quanto annunciato sui requisiti di sistema per il trasporto aereo e dall’azienda l’illustrazione del piano industriale rimodulato per verificare se vi è convergenza per supportarlo con il rinnovo dei contratti scaduti nel dicembre scorso” ha detto il vice presidente Stefano De Carlo, al termine del consiglio generale che ha approvato il nuovo statuto e costituito un comitato esecutivo. Le valutazioni dei sindacati saranno ”esaminate contestualmente” al decreto, ha invece sostenuto oggi Lunardi secondo il quale ”il problema è unico, non si può scindere o dare precedenza ai sindacati”. Sulle sorti del provvedimento pesa infine la spada di Damocle di Bruxelles, a cui si sono già rivolte la Lufhtansa e la British Airways. ”Ci appelliamo alla Commissione europea, affinché continui a fare applicare le norme vigenti contro gli aiuti di stato e proceda in maniera decisa contro quegli aiuti che contravvengono o aggirano queste norme” ha fatto sapere una fonte ufficiale della Lufthansa proprio mentre il numero uno di British Airways, Rod Eddington, ha inviato una lettera al ministro dei trasporti britannico, Alistair Darling, in cui chiede di intervenire presso la Commissione ”adesso”, per evitare ”conseguenze gravose” per l’aviolinea inglese.