edizione Nazionale
Turismo congressuale, è vera crisi
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:52 nella categoria Territori

Il turismo congressuale è in crisi: il fatturato nel 2003 è calato del 16% passando da 5,1 miliardi di euro a poco più di 4,3 miliardi; sono diminuiti del 4,7% i congressi e le convention organizzati in Italia, che sono stati pari a 94.218, e si sono ridotte le giornate di presenza congressuale, pari a circa 29 milioni. Il quadro, preoccupante, emerge dal rapporto presentato ieri dall’Osservatorio Congressuale italiano, realizzato
dall’Università di Bologna e promosso dal Convention Bureau
della Riviera di Romagna e dalla Rivista Meeting & Congressi.
Il rapporto, realizzato da Attilio Gardini e Cristina Bernini, dell’Osservatorio, mostra la debacle del settore: la
domanda congressuale verso le aziende alberghiere è calata
dell’8,9%, con un -21% del fatturato, il 71% degli incontri è
durato un solo giorno, cresce il segmento degli eventi a
dimensione molto contenuta, dai 300 ai 1000 partecipanti, e
mentre altri Paesi, dalla vicina Francia al lontano Messico,
hanno investito nel settore, in Italia, secondo gli operatori
del settore, sono poche le grandi strutture adeguate. ”Invece di riduzioni indistinte delle tasse – ha detto Enrico Letta, responsabile del Dipartimento Economia della Margherita – sono necessari interventi mirati, di natura fiscale, per rilanciare il settore, a partire da quelli
riguardanti l’Iva nel comparto turistico. Poi sono necessari
progetti di costruzione di nuovi centri congressi”. Rispondendo ad una domanda, Letta ha ammesso che sarebbe importante che il turismo avesse nuovamente ”un ministero di coordinamento”. ”Non sarebbe un errore – ha spiegato – se ci fosse un ministro per il turismo, come vanno chiedendo da tempo molti operatori”. Per Maria Carmela Calaiacovo, vicepresidente di Federturismo, ”i momenti di crisi sono anche quelli di svolta: è necessario sensibilizzare i presidenti delle Regioni soprattutto per la messa in campo di nuovi progetti per la nascita di strutture congressuali”. Anche Amedeo Ottaviani, presidente dell’Enit, Ente italiano del turismo, ha ammesso che l’aspetto congressuale è una delle componenti essenziali del prodotto turistico. ”Dobbiamo imitare ciò che ha fatto e fa Londra in questo
settore per uscire dalla crisi”, ha sostenuto Ottaviani.
Il rapporto evidenzia una consistente flessione della domanda di congressi aziendali (-8%) e l’aumento degli eventi associativi, cresciuti del 4,6%. Contenuta appare la contrazione degli incontri internazionali, pari al -2% mentre
si registra un forte calo di quelli regionali e nazionali,
diminuiti del 5,1%. Riguardo poi alle destinazioni congressuali, l’Osservatorio registra una sostanziale tenuta delle città d’arte che vantano il 47% dell’ospitalità di eventi congressuali ed il crollo di domanda per le località di mare e turistiche in genere, che vantano solo il 16% di preferenze. Quanto infine alla stagionalità, i due picchi del 2003 sono i mesi di marzo e ottobre, insufficienti, comunque, ad eguagliare le performance del 2002.