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Alitalia: Jarach, cambio allenatore serve a poco
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:38 nella categoria Territori

Il cambio al vertice di Alitalia ha messo d’accordo quasi tutti, a cominciare da politici e sindacati, tranne il docente di marketing del trasporto aereo dell’Università Bocconi di Milano. ”Cambiare l’allenatore non è detto che migliori sempre la squadra, per dirla in gergo calcistico. In altri termini, Cimoli va benissimo come supermanager Alitalia ma rimane il malessere profondo dell’azienda che richiede interventi strutturali”. In questo contesto, spiega ancora Jarach, ”i tagli al personale e la ricapitalizzazione, orientata naturalmente a un percorso strategico a lungo termine, sono le condizioni che
erano e rimangono alla base del rilancio. Penso dunque che i sindacati abbiano traghettato a dopo le elezioni la resa dei conti, in quanto la compagnia, e non da ieri, è sovradimensionata”. Per quanto riguarda l’ipotesi di una holding con due controllate, ”Perchè no? – commenta Jarach – Se bisogna far entrare i privati è una delle soluzioni da percorrere. Resta da vedere i privati che entreranno; non vedo infatti in giro grandi gruppi internazionali o banche interessate a investire grandi capitali; nel senso che un imprenditore può avere un interesse politico ad acquistare Alitalia, in quanto ancorché compagnia
in perdita è però compagnia di bandiera e quindi acquistando una quota guadagni in visibilità politica; altrimenti, non ci sono grossi incentivi verso una compagnia che perde mille euro al minuto”. ”Bisogna inoltre vedere – aggiunge Jarach – cosa va collocato in una ipotetica best e bad company: anche su questo
punto credo che partirà una negoziazione ferrea con il sindacato”.
Infine, un consiglio al nuovo management: ” Tornare a investire in termini di capitale intellettuale, e mi riferisco a specialisti del settore, non generici Soloni; solo con autentici specialisti si può uscire dalle secche e sviluppare la compagnia. Altri vettori ci sono riusciti, faccio l’esempio di Iberia, Aer Lingus, Aeroflot. Questi gruppi ce l’hanno fatta, tutti però ricorrendo, e questo sia ben chiaro a chi pensa che con il cambio di timone si risolve il problema, a tagli del personale”. ”Del resto – conclude Jarach – il nuovo amministratore delegato dovrà intervenire in ogni caso su una situazione di
un’impresa che brucia liquidità con una velocità straordinaria. Quindi, o invertirà la rotta sul piano dei ricavi – ma per far questo dovrà fare delle scelte strategiche che non daranno risultati nel breve termine – oppure nel breve deve appunto tagliare i costi attingendo al comparto personale”.