edizione Nazionale
Osservatorio parlamentare sul turismo, Pdl per Agenzia nazionale
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:16 nella categoria Territori

Un solo grido ha unito le associazioni di categoria: meno Iva per far ripartire il motore del turismo altrimenti a rischio di rottura. E’ stato il filo conduttore che ha accomunato gli interventi al convegno organizzato dall’Osservatorio parlamentare sul turismo, organismo bipartisan composto da deputati e senatori e presieduto da Gianantonio Arnoldi (Fi). Dal convegno sono emerse, in sostanza, due preoccupazioni: la prima, guarda alla necessità di interventi urgenti, magari anche un decreto del governo, per alleggerire le
aliquote Iva nel settore, attualmente al 10% (ristorazione e ricettività alberghiera) e al 20% (servizi balneari e agenzie di viaggio), rispettivamente al 4 e al 10%; una seconda richiesta, in un orizzonte temporale più ampio, punta al varo di un’Agenzia nazionale del turismo con compiti di monitoraggio, documentazione, promozione, consulenza.
Sul primo punto, gli operatori turistici hanno trovato porte solo chiuse. Il ministro Marzano ha raggelato tutti: le risorse sono poche e limitate, ogni settore rivendica una priorità sugli altri, ma la coperta si è fatta corta per tutti. Sul secondo aspetto, invece, il confronto è aperto. L’idea dell’Agenzia nazionale (ruolo che, sulla base dell’intesa Stato-Regioni dovrebbe essere in qualche misura riconosciuto all’Enit ”riformata”) ha trovato accoglienza positiva. Con alcune eccezioni: il vice sindaco di Roma, Maria Pia Garavaglia,
non ha bocciato l’idea ma ha messo in guardia dal creare organismi privi di rappresentanza politica poiché potrebbero costituire un sovraccarico burocratico in un settore che chiede invece snellezze e tempestività di decisioni.
Pochi dubbi sulla titolarità delle politica turistica: è bene che le Regioni si muovano sul territorio, ma è essenziale che ci sia una cabina di regia (Agenzia o Enit) sul piano nazionale. E’ d’accordo su questo anche l’assessore regionale al turismo della Lombardia, il leghista Zanello. Per Luca Valdameri, vice presidente di Confturismo, si sta ”perdendo troppo tempo nel trasferimento delle competenze alle Regioni” mentre l’Agenzia ”è senz’altro una panacea” purché la sua collocazione sia a palazzo Chigi e non presso un qualsiasi ministero con la conseguente necessità di coordinamento con gli altri dicasteri competenti. Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo, ha messo in luce come il calo del flusso turistico sia per gran parte imputabile al calo dei tedeschi, la cui presenza, nel 2003, è stata inferiore del 5% rispetto all’anno precedente: circostanza che deve fa riflettere sui mutamenti della domanda turistica che impone all’Italia una politica fatta di maggior flessibilità
nell’offerta turistica. Il rafforzamento dell’Enit è stato indicato dal suo
presidente, Amedeo Ottaviani, come la chiave di volta per dotare il paese ”di una politica degna di una grande potenza turistica”. Per Ottaviani è essenziale costruire un equilibrio fra risorse nazionali e locali: per questo motivo ha indicato in un governo misto pubblico-privato dell’Enit il propellente migliore per il rilancio del settore.
Costanzo Janotti Pecci, presidente di Federturismo, ha chiesto incentivi fiscali per il settore già nella manovra finanziaria per il 2005, ragione per cui avrebbe voluto conoscere il documento messo a punto dall’ufficio economico di AN. Pecci ha anche criticato alcuni comportamenti che lasciano ”sconcertati”. Fra questi ha citato la decisione del ministro della Salute di dare lo stop al turismo congressuale ”un settore che ha pesanti ricadute”. ”Questa scelta – ha aggiunto – appartiene al costume nazionale per cui con l’acqua sporca si
butta anche il bambino”. Pecci ha anche criticato il governo ”al quale manca un quadro complessivo dei problemi del settore”. Ha poi messo in guardia dal ripetere, a Genova, gli errori già compiuti a Lamezia Terme. Sono stati in molti, come Pecci, a esprimere preoccupazione per la seconda Conferenza nazionale sul turismo, in programma, per settembre, nel capoluogo ligure. Si teme, cioè, che quella circostanza si risolva in una passerella o in una confusione notevole di ruoli. ”Al ministro delle Attività produttive – ha
concluso – e al governo chiediamo una decisa sterzata: noi non andiamo a Genova se il programma è quello annunciato e non affronta invece i nodi veri del settore: gli incentivi fiscali e la politica generale”. All’on. Arnoldi, presidente dell’Osservatorio parlamentare, è giunto un messaggio di saluto del presidente della Camera. Casini ha osservato che promuovere il turismo in un Paese come l’Italia ”significa in realtà promuovere una politica complessiva di sviluppo del Paese, cui hanno responsabilità di contribuire tanto le istituzioni statali quanto gli enti del territorio”.