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Alitalia, Cimoli punta alla razionalizzazione dei costi
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:23 nella categoria Territori

Ancora pieno riserbo sul Piano industriale Alitalia, ma Giancarlo Cimoli ha deciso di comunicare solo una stima sulla cura che sta per applicare sul fronte dei risparmi: razionalizzando i costi per beni e servizi l’azienda prevede di ridurre le spese di 150-200 milioni di euro all’anno. E’ l’unica novità che concede alle commissioni Lavori
Pubblici e Bilancio del Senato che lo hanno convocato e a cui ha voluto piuttosto ribadire la necessità del prestito-ponte da 400 milioni di euro per la sopravvivenza dell’azienda, indicando il percorso a tappe che porteranno all’avvio dello sviluppo.
Il top manager ha auspicato che il decreto legge con cui il governo si impegna a garantire il prestito ponte da parte del Tesoro possa avere il disco verde dalla Ue fra il 20 e il 21 luglio anche se da Bruxelles è stato sottolineato che anche se ”tutto è possibile”, è ”molto improbabile” che la Commissione prenda una decisione prima del prossimo settembre. Nella prossima settimana, Cimoli andrà a Bruxelles per illustrare il piano di salvataggio della compagnia e se il Tesoro predispone i decreti di attuazione nell’arco dei prossimi sette-otto giorni inviandoli alla Commissione insieme con una
richiesta di procedura d’urgenza da parte dell’Italia, nella prospettiva più ottimistica nell’ultima riunione prima della pausa estiva del 20 luglio (una sessione del 25 agosto non è stata ancora confermata) potrebbe arrivare l’ok. Ma, fanno notare fonti europee, a ritardare il tutto potrebbero esserci la traduzione dei testi e ”la consueta consultazione interservizi” che consente agli altri commissari Ue di farsi un’opinione sul caso. Peraltro, la questione, si fa notare, è ”molto delicata” e richiede un esame attento. Intanto, l’Ad di Alitalia ha confermato che a fine luglio il business plan 2004-2008 sarà pronto e subito dopo sarà discusso con i sindacati. L’esame del documento non dovrebbe richiedere più di una settimana, salvo contestazioni. Nel frattempo, il decreto legge (al quale sono stati presentati emendamenti che devono essere esaminati entro la scadenza di domani) dovrebbe essere votato in Aula il 15 luglio e passare alla Camera che potrebbe approvare subito il provvedimento, il quale potrebbe essere votato in parlamento entro fine mese. Agosto sarà dedicato ai rapporti con le banche che avranno dato la disponibilità all’advisor Mediobanca per partecipare all’erogazione del prestito garantito dallo Stato, particolare che dovrebbe eliminare eventuali perplessità. Il termine fissato dal decreto del governo è il 31 ottobre, ma sarebbe troppo tardi per Alitalia che ha una disponibilità di cassa sino a fine settembre, come ha ribadito ieri Cimoli sottolineando ”l’ormai intervenuto azzeramento della autonoma capacità di credito della società sul mercato bancario”. Arrivati a settembre, secondo il timing di Cimoli, partirà la prima fase operativa del piano, con ”incisive misure di ristrutturazione e sviluppo, nonché di riassetto organizzativo e societario del Gruppo, con ampio ricorso a ‘partnership’ con soggetti pubblici e privati”. Dunque, l’avvio della separazione delle attività di volo da quelle di servizi che potrebbe trovare lo scoglio di qualche sindacato, anche se non dovrebbe prevedere esuberi ma la mobilità di dipendenti nelle nuove società. Ad ottobre, una volta pagato il prestito nei dodici mesi previsti dal decreto legge (ma uno degli emendamenti prevede l’innalzamento del prestito a 600 milioni con scadenza 24 mesi che comunque richiederebbe un ulteriore decreto per la copertura) secondo il percorso previsto da Cimoli dovrebbe partire la fase finale del piano con la ricapitalizzazione e privatizzazione (e la discesa dell’azionista Tesoro che oggi ha
il 62,3% sotto il 50%) che, però, ”non potrà essere lanciata sul mercato prima che il nuovo piano non mostrerà concrete realizzazioni (presupponendo tra l’altro la preventiva piena condivisione con le parti sociali, con l’azionista di maggioranza e con il governo)”. Un’operazione che, dunque, dovrebbe avvenire nel periodo ”autunno 2004-inizio 2005”. Intanto, restituito il prestito, sarà potuto decollare anche il
piano di sviluppo in cui il numero uno di Alitalia crede: ”Non avrei messo in gioco la mia figura se non avessi avuto fiducia nella soluzione del problema” ha detto oggi al Senato.