edizione Nazionale
La Sicilia strizza l’occhio agli emigrati
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 12:14 nella categoria Territori

Il fenomeno dell’emigrazione dei siciliani nel mondo affonda le sue radici nel passato, esattamente durante la prima guerra mondiale. Dettati tutti dalla voglia di riscatto economico, ogni siciliano emigrava verso una terra diversa, ma tutti erano accomunati dalla necessità di abbandonare la Sicilia per lavorare. Solo da un paio di anni la Sicilia può vantare di un ritorno d’immagine. Secondo una stima fornita dall’associazione “Sicilia Mondo”, i siciliani sparsi nel mondo oggi sarebbero circa 11 milioni, contro i 5 milioni e cento mila dei siciliani residenti nell’Isola. E di questi 11 milioni solo circa 600 mila hanno mantenuto la cittadinanza italiana. I dati, ad ogni modo, lasciano trasparire quasi un blocco del fenomeno. La grande percentuale è, infatti, costituita da siciliani ormai in pensione o andati via dalla propria terra ormai da troppo tempo. Ma sempre secondo i dati forniti dall’associazione “Sicilia Mondo” un siciliano non rinnega mai le proprie radici, anzi le tramanda alle generazioni a venire. “Adesso sta succedendo- afferma il presidente dell’associazione Sicilia Mondo, Domenico Azzia- che i genitori che sono emigrati non tramandano ai figli la loro lingua, però gli trasmettono la nostalgia del ritorno in patria”. All’inizio, dopo la prima guerra mondiale, i siciliani avevano preso di mira il nord America, per poi orientarsi verso il Sud America, Argentina in testa. E’ seguita dopo l’Australia e negli anni 70 il siciliano ha scoperto l’Europa, in particolare la Germania e Belgio. Secondo un quadro aggiornato, ma sempre in movimento, oggi i siciliani nel sud America sono circa 2 milioni e mezzo, negli Stati Uniti restano invece solo le vecchie generazioni, come anche in Francia e in Germania, dove sono circa 350 mila. L’obiettivo dell’associazione è non fare perdere mai i contatti ai figli degli emigrati con la terra nativa dei genitori. “Nel 2005 – continua Azzia – abbiamo in programma di fare venire un campione delle nuove generazioni per creare un rapporto culturale con i prodotti siciliani. Già in passato abbiamo fatto venire 82 giovani e tutti erano incantati dalla nostra terra”. “Fare venire i genitori- conclude il presidente dell’associazione- è un po’ difficile, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito ad un turismo di massa”. E in questa particolare fetta di mercato può inserirsi il nuovo trend del turismo di ritorno, possibile asso nella manica per rilanciare in Sicilia l’intero comparto.