edizione Nazionale
Alitalia verso la stretta finale
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 11:09 nella categoria Territori

Ultime intense ore di lavoro per il numero uno di Alitalia, Giancarlo Cimoli, per affinare una soluzione sul riassetto societario della compagnia che possa
trovare d’accordo i sindacati e consentire il passaggio nel consiglio dei ministri di venerdì del decreto sull’applicazione degli ammortizzatori sociali anche per i 3.679 esuberi della compagnia. Un passaggio fondamentale anche per permettere al governo di convocare a palazzo Chigi azienda e sindacati per sancire l’approvazione del piano industriale 2005-2008, svincolare i rinnovi contrattuali e permettere all’Alitalia di accedere in extremis al prestito ponte da 400 milioni di euro garantito dallo Stato. Mancano infatti pochi giorni alla fine di settembre e l’azienda ha in cassa liquidità solo per far fronte alle
spese di questo mese. Solo con l’accordo fra azienda e sindacati, dunque, il
ministro del Welfare, Roberto Maroni, aggiungerà al provvedimento riguardante le piccole e medie imprese l’articolo su Alitalia e il trasporto aereo. Il decreto è pronto, ha ribadito il ministro, ma il varo o il rinvio dipende dalla chiusura della trattativa. Nel provvedimento del governo i sindacati si aspettano sia previsto anche un fondo strutturale per il sostegno al settore, condizione (assieme alle garanzie sugli ammortizzatori sociali e ad un accordo sul
riassetto societario) posta in calce ai documenti di rinnovo contrattuale per l’approvazione del business plan. Mancando ancora l’accordo finale fra Alitalia e sindacati, è saltata l’audizione di Maroni davanti alla Commissione Lavoro del Senato sul provvedimento a sostegno del lavoro per i dipendenti della compagnia. Dovendo poi mettere a punto una soluzione sul riassetto societario accettabile dai sindacati, aggiornando la definizione con le indicazioni ricevute a palazzo Chigi da Maroni, dal ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco e dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, il top manager della compagnia ha rimandato a oggi l’incontro previsto con i sindacati sul futuro della società. Ai piani alti della sede dell’Alitalia alla Magliana, Cimoli sta dunque ragionando con i tecnici su come rispondere alla richiesta dei sindacati che sia garantita l’unitarietà dell’azienda, partendo dall’ipotesi prevista dal piano industriale di scissione di Alitalia in Az Fly per le attività di volo e Az Service per quelle di terra. Il nodo da sciogliere
resta per le attività di manutenzione, handling, information technology e call center che i sindacati temono siano cedute a partner di maggioranza. Per Az Fly, infatti, il futuro è segnato con la discesa del Tesoro dall’attuale 62,3% al di sotto del 50%, la ricapitalizzazione da due miliardi di euro e la privatizzazione. Per Az Service, superata la proposta sindacale, peraltro non
gradita al Tesoro e giudicata da Cimoli non funzionale per la privatizzazione di Az Fly, di creare una holding di controllo delle due società, si ragiona sulla possibilità di far controllare Az Service da Az Fly con il 49% alla finanziaria
statale Fintecna, visto che è tramontata anche l’ipotesi del controllo da parte di quest’ultima delle attività di terra. Insomma, si sta cercando una soluzione sulla gerarchia e sull’architettura di Az Service, anche con la costituzione di
più società. Ma la soluzione non potrà che essere di transizione, si osserva in ambienti sindacali, almeno sino a quando non si saprà cosa diventerà Alitalia dopo la ricapitalizzazione e la privatizzazione. Bisognerà vedere, infatti, quale sarà la quota che resterà al Tesoro alla fine dell’operazione di salvataggio e se i nuovi soci saranno istituzionali (fondi e banche) o privati. Se l’azienda vestirà i panni di una public company, che punta a rendite finanziarie nel lungo periodo e che potrebbe servirsi delle indispensabili attività di sostegno a quella del volo – almeno è questo il ragionamento che fanno i sindacalisti coinvolti nella trattativa – o se si arriverà ad un reale controllo da parte di soci privati. In questo caso si teme che Alitalia diventi una compagnia low cost e abbandoni le attività di terra. Intanto, però, per andare avanti serve l’accordo azienda-sindacati e l’incontro con il governo che ”dovrà essere convocato dopo il consiglio dei ministri perchè il tavolo a Palazzo Chigi dovrà essere quello conclusivo”, come ha detto il vice ministro ai Trasporti Mario Tassone.