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Compagnie aeree, bisogna fare i conti anche con la sindrome da classe economica
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 09:57 nella categoria Territori

Una causa che si è conclusa venerdì davanti all’ Alta corte d’Australia a Canberra potrebbe aprire
la strada ad un’ ondata di richieste di risarcimenti per danni a favore di viaggiatori aerei colpiti dalla cosiddetta ”sindrome da classe economica”, o trombosi venosa profonda, cioè la sindrome provocata dalla permanenza in aere per tratte molto lunghe. La causa è stata intentata da un uomo d’affari di Sydney, Brian Povey, di 62 anni, che soffre di disabilità permanenti in seguito ad un ictus causato dalla trombosi. Se avrà successo potrebbe fare da precedente per circa 300 altri casi pronti a ricorrere ai tribunali australiani. Povey chiede i danni alla Qantas ed alla British Airways dopo aver volato in economica a Londra con la Qantas in febbraio 2000, e di ritorno a Sydney con
la British due giorni dopo. I primi sintomi erano comparsi nel viaggio di ritorno, fra Kuala Lumpur e Sydney. La trombosi venosa profonda si verifica quando si formano emboli nei vasi sanguigni delle gambe se si resta immobili in spazio ristretto ed a lungo, come avviene nei voli
intercontinentali. Le linee aeree ora avvertono i passeggeri, come procedura di routine, della necessità di muoversi in giro per l’aereo e di compiere speciali esercizi durante i voli
lunghi, ma ciò è iniziato solo nel 2001. La questione che la Corte deve dirimere è se ciò che è
avvenuto a Povey costituisca un ”incidente”, di cui le aerolinee sarebbero responsabili secondo la Convenzione di Montreal sull’aviazione civile del 1975. L’avvocato del querelante, Jonathan Beach, ha sostenuto che si tratta di un incidente e che le due linee aeree sono responsabili, anche se
il danno fisico si è manifestato in pieno soltanto in seguito. Secondo il legale, le aerolinee all’epoca erano a già conoscenza del rischio di trombosi, ma avevano scelto deliberatamente di non avvertire i passeggeri. ”La causa dell’incidente in questo caso e’ la mancanza di avvertimento”, ha
dichiarato. I giudici dell’Alta corte si sono riservati la decisione, che sara’ annunciata in un prossimo futuro. L’ iniziativa dell’ uomo d’ affari potrebbe, quindi, avere maggiore fortuna di quella intentata dai familiari di alcuni cittadini britannici deceduti per quella che era stata diagnosticata come sindrome da classe economica. Destinatari della citazione 27 compagnie aeree alle quali erano state
addebitate le morti dei congiunti dei querelanti. Ma l’ Alta Corte di Londra, due anni fa, ha stabilito che i decessi, provocati da trombosi venosa profonda (Dvt), non sono imputabili ai vettori. Un gruppo di 56 persone composto sia da parenti delle vittime, sia da alcuni passeggeri colpiti da Dvt
ma sopravvissuti, si era rivolto all’Alta Corte per ottenere un indennizzo dalle compagnie aeree.
Secondo la Convenzione di Varsavia del 1929, le compagnie sono responsabili tuttavia solo in caso di ”incidente” ed il giudice dell’Alta Corte stabilì che i decessi non erano stati provocati da eventi ”non ordinari”, nè avevano riguardato persone oltre agli stessi passeggeri in questione. A guidare il
gruppo di querelanti Ruth Christoffersen, la cui figlia ventottenne morì a causa della Dvt dopo un volo dall’Australia alla Gran Bretagna.