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Tsunami/4: Stromboli sorvegliato speciale
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:40 nella categoria Territori

L’onda anomala che il 30 dicembre 2002 investi’ Stromboli era uno tsunami provocato dalla massa di roccia lavica finita in mare a causa della superattivita’ del vulcano. Lo ricorda il geofisico Maurizio Ripepe che spiega:
”Il pericolo c’e’ sempre ma, a differenza del 2002, oggi lo Stromboli e’ uno dei vulcani piu’ controllati ed e’ stato creato un centro dalla protezione civile sull’isola in grado di dare l’allarme in caso di emergenza tsunami. Certo i tempi di intervento devono essere rapidissimi: l’impatto dello tsunami sulle coste potrebbe avvenire nell’arco di 30 minuti”. Il professor Ripepe, docente del dipartimento di scienze della terra dell’Universita’ di Firenze, e’ considerato fra i massimi esperti dello Stromboli, al quale ha dedicato fino ad
oggi 15 anni di studi. Il suo laboratorio di geofisica sperimentale partecipa, insieme all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, al monitoraggio costante del vulcano, per fornire in tempo reale informazioni sull’attivita’ del
vulcano e sui fenomeni franosi ad esso collegati. Terminale dei dati e’ il Coa, il Centro operativo avanzato, appositamente creato sull’isola dalla protezione civile con scopi di allertamento rapido, nel caso di eventuali emergenze. Nel
Centro, ricorda Ripepe, e’ attivo un sistema ”in grado di dare l’allarme immediato via sms, fax ed e-mail alle autorita’ competenti”. ”Lo Stromboli e’ il vulcano-tipo dell’attivita’ esplosiva perche’ e’ sempre in fase esplosiva. Per noi italiani averlo in ‘casa’ e’ per cosi’ dire una fortuna come studiosi. Avevamo per questo gia’ un laboratorio, in un edificio dismesso della marina
dove siamo ancora: i nostri mezzi erano pero’ per cosi’ dire limitati, a differenza di oggi”. ”Tutto e’ cambiato dopo il 30 dicembre 2002 – prosegue Ripete -. L’onda anomala di due anni fa ha cambiato le cose: il fenomeno non e’ passato inosservato fra gli esperti e soprattutto alla protezione civile. Sull’attivita’ esplosiva del vulcano ci sono sempre stati controlli. Non sull’eventualita’ di uno tsunami provocato dal distacco di masse di roccia dalla
Sciara del fuoco. Certo, in caso di emergenza, occorre che la macchina degli interventi funzioni alla perfezione. Se si formasse un’onda anomala, non occorrerebbero ore per l’impatto sulle coste. In questo caso si parla al massimo di 30 minuti. E l’onda anomala potrebbe arrivare ad interessare le coste fino a
Palermo, oltre alla Calabria”. Rincuora che oggi lo Stromboli non sia in superattivita’ come nel 2002 quando, ricorda Ripepe, si registravano esplosioni ogni 2-3 minuti. Ma sopratutto, conclude il vulcanologo, ”prima eravamo disarmati, oggi abbiamo mezzi all’avanguardia per essere in grado di intervenire in caso di tsunami”.