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Alitalia: Jarach, Bruxelles potrebbe apportare modifiche non marginali al Piano
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:10 nella categoria Territori

La verifica che si terra’ a Bruxelles sul caso Alitalia ”non sembra nascere sotto auspici del tutto positivi” e potrebbe portare ”modifiche non marginali” al piano industriale della compagnia. Lo sostiene David Jarach, docente di Marketing del trasporto aereo alla Sda Bocconi di Milano. Per il professore, infatti, l’imminente incontro tra la delegazione italiana e il neocommissario Europeo ai Trasporti, Jacques Barrot, sul piano industriale Alitalia ”segnala come il passo decisivo per il risanamento strutturale del vettore italiano sia ancora lungi dall’essere completato e che lo stesso
potrebbe richiedere modifiche ed emendamenti anche non marginali”. Jarach pensa, ad esempio, ”al ruolo giocato da Fintecna, erede dell’ Iri, all’interno di AZ Service e le possibili implicazioni di questo impegno in termini di normativa sugli aiuti di Stato, disciplinati e sanciti dal diritto comunitario”. Per il docente, inoltre ”tale incontro, a dire il vero, non sembra nascere sotto auspici del tutto positivi. Da parte italiana – sottolinea – e’ gia’ stata evidenziata e sbandierata da piu’ parti, politiche e sociali in primis, una certa malcelata condotta da patriottismo industriale, tesa a volere creare un muro di protezione intorno al piano Cimoli”. Si tratta, secondo l’esperto, di un approccio che, ”piu’ che su fondamenti di apprezzamento tecnico, e’ collegato all’imminenza delle elezioni regionali e, dunque, alla volonta’ di non creare nuovo scompiglio sociale con negative ricadute in primo luogo per l’apparato di governo”. Non solo. ”Da parte comunitaria, al contrario, si vede – continua Jarach – con preoccupazione la reiterazione di un metodo di ancien regime dalla controparte italiana nel salvataggio di un’impresa di stato de facto in stato prefallimentare. Cio’ in particolar modo con riferimento a modalita’ di privatizzazione di Alitalia ancora tutte da definire e che, di fatto, vedrebbero sempre il Tesoro come primo sottoscrittore dell’ipotizzato aumento di capitale accanto ad un pacchetto di partner ancora tutti da definire, in primo luogo, nel loro novero e con riferimento ai
loro reali obiettivi ed aspettative”. Per Jarach, invece, sarebbe ”bene, in questo senso, fare chiarezza da un punto di vista tecnico: la Commissione Europea e i suoi organi competenti – sostiene – hanno il diritto ed il
dovere di investigare, nella figura di Authority, sulle condotte delle imprese di uno Stato membro che operino, come il caso del comparto aereo, all’interno di uno scenario di mercato deregolamentato, in cui deve essere salvaguardato il principio dell’eguale trattamento tra i suoi attori e dove, dunque, sembra
davvero finito il tempo dei vettori bandiera senza alcuna ratio di sopravvivenza commerciale, se non quella del loro grip politico e sociale. Cio’, naturalmente, all’interno di una visione che deve essere quella della helicopter’s view, vale a dire super partes e necessariamente distante da alcuna pressione, sia lobbystica da parte delle imprese concorrenti di Alitalia, ma anche della stessa Alitalia, che da parte dei rispettivi Governi di riferimento. Non si puo’ non convenire, peraltro, sulla decisione della Commissione di investigare anche
gli ultimi, discutibili, passaggi di mercato di Alitalia compiuti nel corso del 2004, in cui, di fronte ad una crisi sempre piu’ grave, il vettore sviluppava nuovi collegamenti, alcuni dei quali ad apparente scarsa redditivita’ o, in altri casi, a forte valenza politica, piuttosto che commerciale in senso stretto: e’ questo il caso, per esempio, della Malpensa-Shanghai, inaugurata con un operativo mediocre rispetto a quello della concorrenza e apparentemente teso a soddisfare, in primo luogo, le istanze politiche manifestate dal bacino
degli stakeholder della Lombardia”. Naturalmente, conclude Jarach, e’ da ”augurarsi che dall’incontro di Bruxelles nasca una seria e precisa volonta’
coevolutiva tra le due parti, in cui la stessa Alitalia, eventualmente, accetti anche di introdurre modifiche al suo disegno strategico, pur senza stravolgerlo, con l’auspicabile obiettivo di migliorarlo e renderlo piu’ aderente sia al dettato comunitario, che alla situazione di mercato contingente”.