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Ciset, nel 2005 40 milioni di arrivi in Italia
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 09:25 nella categoria Territori

Nel 2005 gli arrivi mondiali verso il nostro Paese ammonteranno a quasi 40 milioni, registrando una crescita dell’1,7%, in linea con la dinamica delle partenze mondiali, ma, rispetto alle previsioni della scorsa primavera, il nuovo scenario segnala il mancato recupero sui mercati del Centro-Europa, cosi’ come prosegue la dinamica negativa degli arrivi dalla Germania. L’espansione dei flussi dai Paesi emergenti, in particolare il sud est asiatico, la Cina e l’est Europa, subira’ invece nel 2005 un incremento rispetto all’anno scorso.
Il quadro e’ stato messo a punto dal Ciset, il centro internazionale di studi sull’economia turistica dell’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia, ed e’ contenuto nell’Annuario del turismo 2005 a cura del centro studi del Tci.
Dunque per il 2005, come conseguenza del perdurare delle condizioni di freno dell’espansione dell’economia dei Paesi industrializzati e di quelli Ue, in particolare, il rapporto prevede un rallentamento della fase di espansione del movimento e dell’economia turistica.
Queste le principali tendenze della domanda turistica internazionale verso l’Italia: L’area che raggruppa i Paesi extraeuropei e’ contraddistinta da una modesta crescita nel 2004 (+0,5%). Il 2005 registrera’ un modesto miglioramento: i Paesi extraeuropei faranno registrare un incremento dei flussi pari all’1,2%.
I Paesi dell’Europa Centrale rimangono il principale mercato di origine per l’Italia, rappresentando con circa 17 milioni di arrivi, piu’ della meta’ dei flussi dai principali Paesi. L’area mostrera’, secondo il rapporto, un andamento stazionario nell’anno in corso e continuera’ a spiccare il dato negativo del mercato tedesco. Il perdurare della difficile situazione economica della Germania e la stagnazione economica che ha colpito anche l’Olanda spiegano – spiega il Ciset – la revisione verso il basso delle stime.
I flussi provenienti dai paesi dell’area Mediterranea seguono un andamento medio, con tassi di incremento pari al +0,5% e +1,0% rispettivamente nel 2004 e nel 2005. La Francia, che con 2,7 milioni di arrivi assorbe i due terzi dei flussi da quest’area, risulta superiore alla media solo nel 2005.
I Paesi del nord Europa che con 4,7 milioni di arrivi rappresentano insieme all’area Mediterranea il mercato di origine meno consistente per l’Italia, si caratterizzeranno per un dinamismo decisamente superiore agli altri mercati, prospettando un +1,7% dei flussi verso l’Italia per il 2005. Sara’ soprattutto la Scandinavia a trainare l’area con incrementi che soprattutto nel 2005 supereranno il 3%.
Superiore alla media sara’ la crescita dei flussi diretti verso l’area mediterranea; le destinazioni mediterranee assorbono piu’ della meta’ del totale dei flussi in partenza dal nostro Paese. L’Europa centrale mostrera’ una crescita contenuta.
Alla fine del 2005 gli arrivi internazionali in Italia ammonteranno a quasi 40 milioni con una crescita del 1,7% rispetto al 2004 ridimensionata di 1,4 punti percentuali rispetto alle valutazioni della scorsa primavera.
Anche per tutti gli altri Paesi, tranne nel il Regno Unito, si prevede nel 2005 una crescita superiore rispetto al 2004. La crescita piu’ elevata e’ quella prevista per Austria (+3,4%), Grecia (+3,2%) e Portogallo (+3,1%).
Le citta’ d’arte, rappresentate principalmente da Italia (+11,7%) e Francia (+2,8%) mostrano un discreto andamento dopo un lungo periodo critico. Tra le destinazioni montane, l’Austria nel 2005 registrera’ un aumento dei flussi pari al 3,4%. La Svizzera registrera’ una prestazione inferiore nel breve-medio termine, dovendo far fronte a problemi di competitivita’. Positive le performance delle destinazioni balneari: in testa Grecia, Portogallo e Spagna.
L’attrazione di ogni Paese, calcolata come quota degli arrivi sulle partenze mondiali, consente di elaborare una graduatoria delle otto destinazioni in testa nei confronti del turismo mondale. Al primo posto spicca la Francia, seguita da Spagna e Italia. Seguono Regno Unito, Austria, Grecia, Portogallo e Svizzera.