edizione Nazionale
L’India punta sulla formazione per attirare turisti
notizia pubblicata 27 Settembre 2006 alle ore 10:31 nella categoria Territori

L’India ha deciso di recitare un ruolo di primo piano nell’industria mondiale del turismo, consapevole sia della ricchezza che il settore puo’ portare al Paese, sia delle enormi risorse artistiche e naturali di primissimo ordine di cui dispone. Dalle cime dell’Himalaya ai templi indu’, dalle spiagge di Goa al Taj Mahal, dal deserto del Rajasthan alle grandi citta’, dalla valle tecnologica di Bangalore alla citta’ del cinema di Bollywood, l’ India presterebbe ad accontentare ogni segmento turistico. Attualmente, pero’, l’ India attrae soltanto l’1% dei turismo mondiale. Senza considerare che nella stessa area fanno meglio dell’ India Paesi piu’ piccoli e con minore offerta, come la Thailandia e perfino Hong Kong e Singapore. ”The Guest is God” (”l’ ospite e’ Dio”), e’ lo slogan dell’iniziativa lanciata dal ministro del Turismo indiano, Renuka Chowdhury, per convincere gli addetti all’ accoglienza a curare la propria immagine, la pulizia personale e ad usare le buone maniere.
I problemi che hanno bloccato il successo internazionale del turismo indiano sono molteplici. ”I piu’ importanti – ha detto il ministro Chowdhury incontrando molti operatori turistici internazionali – naturalmente riguardano le infrastrutture, dalle strade e autostrade agli aeroporti, alla mancanza di
grandi hotel in molte potenziali destinazioni, all’assenza di guide preparate”.
Da solo pero’, questo impegno non basta e il percorso che si e’ deciso di seguire e’ quello di creare una sorta di ”marchio India” e, soprattutto, formando un ambiente piu’ accogliente dove i turisti si possano sentire a
proprio agio. I primi risultati, come l’ aumento delle destinazioni di voli e la costruzione di aeroporti in zone finora non raggiunte, si stanno gia’ registrando: nell’ultimo anno gli arrivi sono aumentati di tre milioni, pari al 26% in piu’ rispetto al 2003. L’ altra parte del programma e’ invece rivolta agli stessi indiani e sta creando maggiori difficolta’ e dibattiti. Per la prima volta infatti, sono state rese note le critiche dei turisti soprattutto al comportamento degli operatori turistici (tassisti, guide, albergatori, ristoratori). La campagna ”L’ ospite e’ Dio” punta proprio a cambiare abitudine e approccio agli addetti all’ospitalita’. La campagna parte dai tassisti, spesso il primo contatto del turista con il Paese. Il governo non ha usato mezzi termini per denunciare il comportamento di questi operatori. Sporchi, malvestiti, che usano automezzi vecchi e maleodoranti, sono il peggior biglietto da visita che l’India possa offrire al turista. Per questa ragione, la campagna punta a convincerli a lavarsi di piu’, a tenere puliti i loro taxi e, soprattutto, a non usare sotterfugi – allungare i percorsi; consigliare hotel
pessimi soltanto per incassare la commissione dell’ albergatore – per aumentare i loro guadagni. Superando una iniziale ritrosia, molti tassisti si stanno
convincendo della validita’ dell’ iniziativa. A Delhi e Bombay, oltre 1.000 tassisti che stazionano davanti ai due principali aeroporti stanno frequentando i corsi organizzati dal ministero, hanno rimesso a nuovo i taxi e indossano abiti decenti. L’ operazione e’ destinata a durare a lungo per cercare di
coinvolgere tutte quelle persone che entrano o possono entrare in contatto con il turista (commesse, camerieri, hostess, guide turistiche, bigliettai di mezzi pubblici). Gia’ 26 mila persone hanno partecipato ai corsi. E il ministero prevede di coinvolgere almeno altre 50/60 mila persone entro la fine dell’anno e circa il doppio per l’anno prossimo.