La politica cambia per l’ennesima volta le carte in tavola ma gli operatori turistici sono stufi e non ci stanno. Non si riesce a dare continuità ad un’azione di governo che abbia un senso per il comparto turistico. Cambiano i volti, mutano i tempi e gli scenari di mercato ma il metodo e i problemi rimangono gli stessi. Il metodo è quello dell’equilibrismo politico che fagocita chiunque non risulti in quel momento utile alla politica stessa. I problemi li conosciamo e li abbiamo denunciati nelle varie sedi, senza mai trovare la concreta capacità di affrontarli in modo organico e programmatico.
Al turismo, dopo un cantautore di prestigio, il Governatore ha ritenuto di mettere in prima linea la persona che forse gli era più vicina. Non un’esperta di turismo ma una giovane con entusiasmo e diverse competenze trasversali, potenzialmente utili al nostro sistema. Il tempo di capire quali fossero gli interlocutori, come funziona la macchina del turismo in Sicilia, di programmare la messa in pista di alcune iniziative – riuscendo anche a trovare il modo ed il tempo per farsi lanciare/sacrificare in una campagna elettorale – e siamo nuovamente ai blocchi di partenza. Sacrificata anche lei sull’altare della politica a prescindere dai propri meriti o demeriti sul campo. Come si fa, infatti, a giudicare compiutamente l’operato di un assessore che difficilmente riesce a durare in carica per più di un anno e mezzo?
Ancora peggiore lo scenario sul versante della mobilità. Qui si era finalmente puntato su una personalità seria e competente, un tecnico come si suol dire, imprestato dal mondo dell’imprenditoria, presidente degli albergatori, ex amministratore delegato della Sac. A detta di tutti, l’assessore alla mobilità macina attività senza risparmiare energie ed occasioni, impegna risorse che altri assessorati faticano a spendere e, nei pochi mesi a disposizione, riesce anche ad ottenere dei risultati degni di nota. Ma, anche per lui, per motivi incomprensibili a chi si rifiuta di ragionare secondo le logiche della “politica”, l’esperienza volge prematuramente al termine. Almeno in questo caso, un minimo di continuità dovrebbe essere garantita, visto che il suo successore sarà il capo della segreteria tecnica.
Sicuramente, come ha avuto modo di commentare il Presidente Crocetta all’indomani della respinta sfiducia al suo governo, ci troviamo di fronte ad un “capolavoro politico”. Un capolavoro che però difficilmente potrà essere definito tale dalle attività produttive. Di fatto, sono ormai anni che questi due assessorati non trovano la pace e la serenità necessari per programmare seriamente il futuro dello sviluppo del turismo in Sicilia. Due assessorati chiave che, in raccordo con gli altri, potrebbero davvero disegnare un futuro credibile e sostenibile per la nostra terra, soprattutto per le piccole isole siciliane che vivono quasi esclusivamente di turismo e dipendono in modo imprescindibile da collegamenti efficienti con la terraferma.
Ci auguriamo comunque che i nuovi assessori possano durare in carica il tempo necessario per concertare con gli stakeholders e gli altri assessorati un piano di sviluppo che riesca a dare speranze concrete ad un settore avvolto nelle nubi della precarietà. Questo è necessario per gli investitori e lo è ancora di più per quanti stoicamente continuano a lottare con l’obiettivo di fare turismo e di contribuire a far decollare – ad oggi, purtroppo, solo con azioni spot ed in assenza di una strategia condivisa – l’industria turistica siciliana.