Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del presidente dei Portuali Catania, Alfio Pizzone, in merito alla mancata designazione del porto di Catania tra i dodici porti a rilevanza nazionale, europea e internazionale individuati dal Consiglio dei ministri, lo scorso 29 dicembre, su indicazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi.
“E’ da oltre un anno che vediamo pubblicati su questo quotidiano, quasi settimanalmente, servizi e notizie sui porti siciliani che si accingono a diventare esempio di sviluppo e trascinatori di traffici portuali per l’area EuroMed. Si sono annunciati nuovi collegamenti tra i nostri porti siciliani con Libia, Tunisia, Malta, Grecia, Algeria, Marocco, Turchia, Canada, ecc. Ora apprendiamo a fine anno che siamo stati declassati. Il porto etneo, quello di Messina e perfino lo scalo di Augusta, il porto petrolifero piu’ grande del Mediterraneo sono stati tagliati fuori dalla nuova classificazione degli scali di rilevanza nazionale, europea ed internazionale, e dei relativi investimenti prioritari. Su semplice indicazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi, il Consiglio dei ministri, ha approvato all’interno di un decreto, un provvedimento relativo alle Autorita’ portuali, in base al quale in Italia dodici porti sono classificati ‘impianti di rilevanza nazionale, europea e internazionale’, escludendo Catania. Secondo una nota del Ministero dei Trasporti, il provvedimento serve soltanto a consentire una diversa definizione delle procedure per la nomina del presidente dell’Autorita’ portuale, viste anche le recenti sentenze della Corte Costituzionale, ed eleva di rango i porti di Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Gioia Tauro, Palermo, Cagliari, Taranto, Ravenna, Venezia e Trieste. La designazione e la scelta dei presidenti e delle relative Autorita’ portuali e’ riservata al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sentiti i presidenti delle Regioni interessate. Fino ad oggi la nomina avveniva d’intesa, tra le Regioni, gli enti locali e Roma sulla base di una terna che veniva formulata sul territorio. Per Catania, pero’, questo potrebbe essere solo un dettaglio. Il fatto di essere fuori della nuova classificazione comportera’ cambiamenti nella gestione dello scalo, ma soprattutto di perdere finanziamenti per le infrastrutture programmate ed in corso.
Per Catania in ballo ci sono il completamento delle opere a mare, il piano di sviluppo della banchina del molo di Levante; il nuovo piano regolatore del porto. Cosa fara’ la Regione, la Provincia, il Comune, la Camera di commercio, i nostri operatori economici? Di certo non e’ una cosa buona. Vero e’ che siamo tra i venticinque porti considerati ‘principali’, sedi di Autorita’ Portuale, ma dopo questo decreto non serve proprio a nulla. Quali soluzioni sono necessarie per Catania, per la nostra Sicilia Orientale, per il Sud? Bisogna decidersi a fare Autorita’ portuali regionali, anche perche’ ormai la maggior parte degli strumenti di pianificazione sono competenza delle Regioni. E’ inammisibile che ogni piu’ piccolo porto faccia la propria pianificazione, a volte in contrasto con la Regione e in un contesto in cui mancano i soldi. In questo modo non si realizza nulla. Stanno funzionando i grandi hub – Gioia Tauro, Taranto, Cagliari – che hanno finanziamenti stranieri e spazi illimitati. Bisogna continuare a puntare su questi porti per accogliere il traffico che arriva dalla Cina, smistandolo poi in maniera mirata sui porti di destinazione finale. Non e’ pensabile scaricare questi enormi volumi, che arriveranno a moltiplicarsi per dieci rispetto ad oggi, su territori senza retroterra. La Regione Liguria presieduta da Claudio Burlando (gia’ ministro dei Trasporti) ha sollecitato le altre regioni italiane di prendere ufficialmente posizione contro il decreto. E’ un decreto destinato ad esasperare in maniera esponenziale i conflitti tra citta’ e porti, i presidenti delle Autorita’ Portuali saranno nominati di imperio e magari in contrapposizione con gli enti locali e che puo’ solo nuocere allo sviluppo degli scali un provvedimento respinto ripetutamente gia’ come proposta parlamentare e che, inaspettatamente, con grande sorpresa รจ stato approvato su proposta del ministro Lunardi. E’ l’ultimo atto del Governo in un settore che in questi ultimi 5 anni e’ stato profondamente trascurato, penalizzando nelle varie leggi finanziarie porti , portuali, ed operatori”.