Sono cinque i punti deboli del sistema turistico italiano che portano i connazionali a prediligere le mete straniere. Lo sostiene il vicepremier e ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, commentando in televisione i primi risultati della campagna Turistiprotagonisti, lanciata a luglio dalla Presidenza del Consiglio. I dati saranno presentati a giorni ufficialmente insieme con un sondaggio di opinione. In primo luogo a spingere gli italiani all’estero per trascorrere le vacanze sono i problemi di mobilità: molti paesi esteri, infatti, offrono voli low cost o addirittura gratis, per cui le vacanze in quelle destinazioni non sono gravate anche dal costo del trasporto. Le altre note dolenti riguardano la qualità dei servizi, che in altri paesi è spesso migliore e con un miglior rapporto qualità prezzo, e la correttezza dell’accoglienza, ovvero la gentilezza, la simpatia nei confronti del turismo che sarebbe più facile trovare fuori dall’Italia. Quarta nota dolente la pulizia, quinta la cura e la valorizzazione dell’ambiente. A questo punto, ha spiegato il ministro, se si vuole riportare l’Italia al primo posto nel mondo si impongono delle priorità. A cominciare dal “far trascorrere a un numero sempre maggiore di italiani le vacanze nel Belpaese”, puntando anche sulla destagionalizzazione, ovvero cercando di spingere chi può a fare le ferie al di là dei classici 15 giorni di agosto. Inoltre, per riportare il turismo in Italia, Rutelli ha ribadito che è necessario “puntare sul binomio turismo cultura e investire sui settori che danno più ricchezza, come il turismo congressuale”.