Per l’Italia, e per il gruppo Fs in particolare, le nuove ‘vie della seta’, vale a dire i corridoi ferroviari e marittimi che uniranno la Cina all’Europa e al Medio Oriente, rappresentano una grande opportunità. È quanto ha sottolineato l’ad di Rfi, Maurizio Gentile, nel corso del convegno Limes ‘L’Italia e le vie della seta’ organizzato in coincidenza con il viaggio in Cina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Oggi, ha spiegato Gentile, “le attività all’estero del gruppo Fs costituiscono il 13% dei ricavi complessivi, ma l’obiettivo è raggiungere il 23% nel 2026”: si tratta di una crescita che si svilupperà seguendo alcune linee, tra cui quella di proporsi come General Contractor, con la capacità di realizzare ferrovie soprattutto nei Paesi con forti gap infrastrutturali. Una direttrice che, dunque, “ben si sposa con il progetto vie della seta”.
Ma un’occasione da non perdere è anche la via della seta marittima che, ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa, “tratta il 95% del traffico tra Europa ed estremo oriente”. L’Italia, ha spiegato, “si trova sul percorso che garantisce il costo minimo di trasporto e logistico sulla relazione Europa-Cina, purché si accetti di sfruttare il nodo marittimo alto Adriatico, combinando l’offerta del porto di Venezia con quella di Koper-Trieste”.