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La sindrome da rientro colpisce sempre meno italiani
notizia pubblicata 16 Novembre 2006 alle ore 10:40 nella categoria Territori

Sempre meno gli italiani soffrono della “sindrome da rientro”. Lo rende Walter Pasini, direttore del Centro collaboratore dell’Organizzazione mondiale della Sanità per la Medicina del turismo, riferendo i risultati di uno studio iniziato nel 1988 su quel complesso di sintomi di natura ansioso-depressiva che può colpire al ritorno dalle vacanze e che si manifesta con stanchezza, astenia, sudorazione, irritabilità, paura di essere inadeguati ai compiti più semplici, disturbi del sonno e paura del futuro. “Il minor nuemnro di casi – spiega Pasini – è dovuto probabilmente al fatto che la durata delle ferie si è accorciata e che si scelgono con meno frequenza destinazioni esotiche o che queste stanno diventando familiari ai turisti nostrani”. Il disagio dura solitamente qualche giorno ma può perdurare per oltre un mese, in quanto, continua Pasini, “solitamente più è lunga la vacanza e più è diversa rispetto alle normali attività, maggiore è lo sforzo per recuperare l’efficienza lavorativa”. Ad accentuare la sindrome, secondo Pasini, ci sono poi alcuni fattori come la frustrazione e la delusione derivate dal non aver raggiunto appieno gli obiettivi del viaggio, la difficoltà di adattamento che la vacanza stessa aveva comportato e la fatica a essa connessa, le lunghe code e lo stress della guida. Come antidoto, allora, “è necessario darsi tempo per recuperare la forma e l’efficienza psico-fisica e non sovraccaricarsi di lavoro nei primi giorni dopo il rientro, quindi bisogna concedersi le necessarie ore di riposo notturno e concentrarsi su pensieri positivi sulle opportunità dei prossimi mesi”.