La proposta di legge italiana sull’Home Restaurant all’attenzione di Bruxelles. Nei giorni scorsi, infatti, Giambattista Scivoletto, fondatore di HomeRestaurant.com e firmatario dell’istanza che contesta il disegno di legge sulla ristorazione in abitazioni private approvato dalla Camera lo scorso gennaio e da allora al vaglio del Senato, ha portato la discussione davanti alla PETI – commissione Petizioni del Parlamento europeo. Al confronto hanno preso parte Ehrenstein Henning, in rappresentanza della Commissione europea, e i deputati Alberto Cirio e Peter Jahr mentre i lavori sono stati condotti da Pál Csáky, vicepresidente PETI.
“La proposta di legge sull’Home Restaurant – ha detto Scivoletto – disattende in pieno i principi cardine dell’Agenda europea per l’economia collaborativa, come ha anche confermato l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato. È perché l’idea dell’Home Restaurant ci sembra tanto bella quanto necessaria che chiediamo da parte dell’Ue un forte indirizzo al legislatore italiano, nella speranza che, intanto, porti a una revisione del parere del ministero dello Sviluppo economico (il quale nel 2015 ha equiparato gli HR ai pubblici esercizi, ndr) che, di fatto, ha bloccato questa promettente attività di sharing economy”.
Dal canto suo, Henning ha assicurato che la legge finale, il cui iter di approvazione verrà tenuto sotto controllo dalla Commissione, dovrà essere in linea con le leggi europee. Quindi ha detto chiaramente che “noi della Commissione riteniamo molto importante questo tipo di attività e non accettiamo che ci sia un messaggio giuridico contrario”. Lo stesso lo ha poi sottolineato il deputato tedesco, Peter Jahr: “Io non voglio essere multato se vado a mangiare dalla nonna”, e ancora “voi italiani siete veloci a multare, ma non a dare certezza di diritto”. Precisazioni non colte dal politico italiano, rappresentante in Commissione, che ha solo perorato gli infondati timori di concorrenza sleale dei ristoratori ordinari.
“La Commissione europea – ha concluso Csáky – sta comunicando con le autorità italiane, restiamo in attesa delle conclusioni di questo dialogo, lasciamo aperta la petizione, e torneremo sulla questione fra qualche mese quando avremo nuove informazioni”. Pare comunque intanto chiaro che la legge italiana dovrà aderire alle linee guida di Bruxelles sull’economia collaborativa.