Dopo aver superato brillantemente la fase di test del lancio del nuovo brand ‘Turismo Azzurro’, il settore della pesca siciliana torna ancora alla ribalta. Il governo regionale ha infatti predisposto uno specifico disegno di legge che punta a tutelare la pesca mediterranea e valorizzare i prodotti ittici siciliani, promuovendo le nostre tradizioni culturali e preservando il patrimonio dei borghi marinari e delle tonnare. I contenuti del ddl sono stati illustrati durante la riunione della Commissione consultiva della Pesca, alla quale ha preso parte il presidente della Regione Nello Musumeci e gli assessori alla Pesca, Edy Bandiera e al Territorio, Toto Cordaro, con i dirigenti generali dei rispettivi dipartimenti, una ventina di sindaci dei Comuni marinari dell’Isola e i rappresentanti delle organizzazioni di categoria.
“Il settore ittico – afferma il governatore – riveste un’importanza particolare per la nostra Isola. Dobbiamo rilanciare il settore, sensibilizzare i giovani alle attività della pesca e valorizzare i borghi marinari. Non è un problema di risorse, ma di progettualità, di fantasia e abbiamo bisogno di un costante e regolare confronto con gli operatori del settore”.
La bozza del disegno di legge, che adesso andrà all’attenzione della giunta, prevede una maggiore autonomia della Regione e la possibilità di mettere in atto, sul piano normativo, azioni più efficaci e veloci. Verrà incentivata la tradizione della pesca artigianale, puntando al valore pedagogico del pescatore e alla sua identità marinara.
“Dopo l’auspicato cambio di passo dell’Unione europea, che finalmente ha compreso l’importanza della regionalizzazione delle attività – spiega Bandiera – diventa strategico mettere mano a una nuova norma specifica che valorizzi l’identità mediterranea, per non rendere vani gli investimenti effettuati attraverso il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Punti fermi: la qualità della spesa che potrà essere perseguita e raggiunta attuando la Rete dei Comuni marinari, la valorizzazione dei prodotti ittici e la realizzazione di una filiera corta che consenta la vendita diretta da parte del pescatore, incrementando il loro reddito anche attraverso la pescaturismo e l’ittiturismo”.