È Venezia la città del mondo – fra le 9 regine del turismo mondiale analizzate – che più di tutte soffre l’overtourism o “sovraffollamento turistico” con 73,8 turisti per abitante fra centro storico e terraferma e considerando l’escursionismo “mordi e fuggi” di giornata. Lo rivela l’Healthy Travel and Healthy Destinations, rapporto presentato oggi a Parigi e realizzato da Airbnb che mostra anche
che non tutti i tipi di turismo sono uguali in termini di impatto sulle città (tra il 72 e il 93% degli annunci Airbnb nelle città analizzate sono fuori dalle aree sotto stress), e che un turismo “sano” e meno invasivo porta a maggiori benefici per il territorio.
Il rapporto analizza il ruolo della sharing economy nel turismo e in particolare mostra gli effetti di Airbnb sulle interazioni tra viaggiatori e destinazioni, approfondendo l’impatto, spesso benefico, che i viaggiatori hanno sulle città di destinazione e le loro economie.
L’Healthy Travel and Healthy Destinations, mette in evidenza come il sovraffollamento sia un problema critico, che riguarda soprattutto il centro città. La realtà lagunare, infatti, conta su una popolazione di 270.000 abitanti, di cui solo 50.000 persone vivono nella parte storica. La stima recente suggerisce che gli arrivi complessivi a Venezia potrebbero essere tra i 23 e i 28 milioni all’anno. Ebbene, considerando anche Mestre, meno del 3% dei turisti che scelgono la città lagunare ha prenotato il suo pernottamento tramite Airbnb. E se facciamo un parallelo con realtà come Amsterdam o Barcellona – sebbene il report analizzi solo i pernottamenti e non le visite giornaliere – scopriamo che l’impatto dei turisti che scelgono Airbnb sale rispettivamente al 12% e al 18% rispetto al totale dei viaggiatori.
Nel 2017, 470.000 visitatori provenienti da oltre 150 paesi hanno soggiornato nel Comune di Venezia tramite Airbnb: questo significa che sono pari a 2,2 gli arrivi complessivi di Airbnb per abitante. Il modello Airbnb è scelto prevalentemente dai turisti che vogliono vivere la città come fossero “cittadini temporanei”, contribuendo positivamente allo sviluppo economico delle realtà in cui soggiornano. A Venezia i turisti che hanno scelto la piattaforma hanno speso complessivamente circa 54 milioni di euro. Senza considerare che, grazie ai soldi guadagnati con la loro attività, gli host hanno rimesso in circolo circa 2 milioni di euro spesi per migliorare le proprie case.