edizione Sicilia
Panzica: i politici vessano la microricettività, perché?
notizia pubblicata 02 Gennaio 2019 alle ore 11:00 nella categoria Cronaca

“Non avrei mai, scrivo mai, voluto assistere ad un decadimento politico amministrativo di tali dimensioni nell’ambito della normativa turistica del settore ricettivo. Ma, visto che nessuno si prende la briga di farlo, voglio provarci”. Comincia così la riflessione di Saverio Panzica, esperto in legislazione turistica con più di 40 anni di esperienza, che denuncia il degrado politico-amministrativo nei confronti dei più deboli contro le lobbies e lo strapotere della politica.

“Il Comune di Palermo – sottolinea Panzica – ha costretto i titolari di piccole strutture ricettive (case per vacanze, bed and breakfast e affittacamere) a resistere al pagamento della TARI che, con regolamento comunale, è stata equiparata alla TARI degli alberghi senza ristorante, ovvero 3 volte maggiorata rispetto a quella già pagata per le case di civile abitazione, ciliegina sulla torta, gli accertamenti sono stati inviati dopo 5 anni con sanzioni e interessi legali. In proposito ricordo che, con la sentenza del 15 ottobre la 1° sezione della Commissione Tributaria Regionale della Sicilia ha disposto che gli alberghi devono pagare la TARI come le civili abitazioni.

Ma, ancora, il Comune di Palermo e non solo, anche quello di Roma, di Milano, di Torino, hanno adottato regolamenti per l’imposta di soggiorno a carico di chi soggiorna in locazioni turistiche/brevi, in violazione del decreto legislativo sul federalismo fiscale che ha disposto il pagamento dell’imposta di soggiorno, esclusivamente, per chi alloggia nelle strutture ricettive.

L’assessorato del Turismo della Regione siciliana, con proprio decreto del 22 novembre 2018, ha, tra l’altro, rivisto i parametri di classifica delle case/appartamenti per vacanze e degli esercizi di affittacamere, penalizzando i requisiti delle superfici e delle tipologie, però certi requisiti che erano comuni alle R.T.A. a queste ultime non sono stati ritoccati. Senza contare che non sono state previste “norme transitorie”: a questo punto vorrei chiedere all’assessorato cosa succederà alle strutture classificate con i precedenti parametri.

Ritengo che le modifiche ai parametri di classifica, relative agli esercizi di affittacamere ed alla case/appartamenti per vacanze, andranno a penalizzare in modo gravissimo la micro imprenditoria ricettiva turistica.

Vorrei ricordare ai politici – conclude Panzica – che tantissimi giovani per uscire da uno stato di disoccupazione hanno scelto di avviare queste piccole attività turistiche. Questi giovani hanno ridotto la disoccupazione ed hanno incrementato il flusso turistico. Questi parlamentari presentano emendamenti senza capire che la farraginosità burocratica scoraggia i giovani piccoli imprenditori che fanno tanti sacrifici per portare a casa un piccolo reddito che gli permette l’autonomia economica. Già pagano le tasse, comunicano alla Questura i dati degli ospiti, pagano la TARI e se aggiungiamo questi ulteriori ed inutili fardelli si rischia che molti rinunceranno a questa attività.

Cui prodest? Questo accanimento, in violazione dei principi fondamentali della Costituzione, nei confronti della micro attività ricettiva?”