Dimenticate le tende a distanza di un palmo, dimenticate le file per le docce o per lavare i piatti. Ora il campeggio è glamping, una formula che unisce la passione per l’aria aperta a quella per il confort totale e il lusso addirittura, e piace sempre di più.
Dai 2.351 posti letto censiti nel 2017 si è passati ai 3.225 del 2018 e si è toccato quota 4.000 quest’anno secondo i dati presentati al TTG Travel Experience di Rimini dalla società di ricerche turistiche Jfc.
Negli ultimi anni è calato il prezzo medio per camera passato da 227 euro del 2017 ai 2002 del 2018: nel 2019 il si assesterà attorno ai 184 euro. L’incremento dell’offerta non ha pertanto inciso in maniera parallela sul fatturato di queste strutture: se, infatti, nel 2017 si sono raggiunti i 17 milioni 510 mila euro di fatturato e nel 2018 si sono superati i 19 milioni, nell’anno in corso si stima di toccare i 20 milioni 400 mila.
“Il glamping è un fenomeno mondiale, non tanto per i ‘numeri’ che rappresenta (fatturato, presenze, strutture censite) quanto, invece, per ciò che è in grado di esprimere – afferma Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc – dal punto di vista emozionale e della qualità dei servizi. Un soggiorno in una struttura glamping delinea, infatti, un chiaro ‘segno distintivo’ degli ospiti, colti ricercatori di suggestioni uniche”.
Una struttura, per essere considerata “glamping”, deve rispondere ad alcuni standard che la identificano come tale. Questo è il “decalogo” che Jfc ha strutturato per delineare i punti cardine del glamping.
Ovviamente la struttura deve essere conforme alle normative e prescrizioni igienico-sanitarie e di sicurezza.