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Al via l’anno del turismo Italia-Cina, ma sullo sfondo c’è la paura del virus
notizia pubblicata 22 Gennaio 2020 alle ore 10:44 nella categoria Senza categoria

Dopo il lancio della scorsa primavera, si apre ufficialmente, a Roma, l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina 2020, anno “eccezionale” ripetono entrambi i ministri, Dario Franceschini e Luo Shugang, configurando una intensificazione degli scambi nel turismo, ma anche per la cultura, “dal cinema ai musei, alle mostre”.

Ma sullo sfondo a farla da padrone è il tam tam di notizie che evocano lo spettro di una nuova sars. Sottovoce in platea c’è chi ne parla, anche se sono in tanti ad evitare semplicemente l’argomento. O a sottolineare che non ci sono al momento indicazioni ufficiali. “Non ho elementi per rassicurare e neanche per allarmare”, si limita a ripetere  il ministro italiano Dario Franceschini.

Di ufficiale c’è solo il sito della Farnesina “Viaggiare sicuri” che invita i viaggiatori alla cautela e richiama le raccomandazioni delle autorità sanitarie locali e internazionali (l’Oms) ad “evitare qualsiasi contatto con animali e con persone affette da patologie respiratorie nell’area interessata”. E c’è anche chi fa notare comunque che la vicenda del coronavirus tocca al momento numeri che, confrontati con l’immensa realtà cinese, sono molto limitati. Ma negli aeroporti, compreso Fiumicino a Roma, sono scattate le prime misure di controllo.

Tant’è, le celebrazioni per l’avvio dell’anno Italia -Cina  sembrano voler guardare oltre.  Nella sua veste di presidente del Forum Culturale Italia-Cina, l’ex ministro della cultura ed ex presidente del Consiglio Francesco Rutelli oggi alla guida dell’Anica, annuncia iniziative congiunte all’Expo di Dubai con il Piccolo di Milano e l’Accademia di Shangai, “un ottimo punto di incontro a metà strada sulla via della seta”, sorride.

Il ministro della cultura e del turismo cinese Luo Shugang ascolta compiaciuto. Sul palco cita Benedetto Croce, spende parole per ribadire l’idea di due paesi in qualche modo simili e “sempre più vicini”. Solo nel 2019, informa, “280 mila turisti italiani hanno visitato la Cina mentre 550 mila turisti cinesi hanno scelto come meta l’Italia, 3,3 milioni se parliamo in generale di presenze. Ora si può fare anche di più, siamo qui per trovare la strada di un turismo sostenibile”.

Franceschini paragona la rivoluzione arrivata con la Via della Seta a quella di Internet e invoca un lavoro comune dei due paesi anche “sulla tutela del patrimonio e contro il traffico di beni culturali”, rilancia l’iniziativa dei Caschi blu della cultura, ma “serve che la comunità internazionale si attivi – esorta – che si doti di strumenti”.

Poi, mentre i ministri inaugurano una mostra dedicata ai siti Unesco italiani e cinesi (“Nessuna competizione – sostiene Franceschini – l’obiettivo è solo crescere, lavoreremo insieme) la parola passa ai direttori delle istitituzioni turistiche. Per l’Italia prendono la parola la sottosegretaria Lorenza Bonaccorsi (“Con il piano strategico puntiamo prima di tutto a sostenibilità e innovazione, due settori nei quali bisogna crescere) e il dg dei musei Antonio Lampis che sottolinea i numeri record (oltre 600 mila ragazzi) raccolti in Cina dal videogioco lanciato dal museo archeologico di Napoli Mann.

Paola Severino, vicepresidente Luiss ricorda le tante iniziative e gli accordi lanciati dalla sua università con quelle cinesi. Poi è il turno della tour operator cinese, Geji Sun, ceo di Trip.com, realtà da 400 milioni di utenti, che dell’Italia si dice fan accanita (“Ho visto e ho rivisto Vacanze romane”): come già per gli italiani, la mission degli operatori cinesi, spiega, è promuovere “le piccole città, dividere i flussi verso diverse mete”.

Idea vicina a quella di Yao  Jun, direttore e presidente del China Oct Group, che racconta dell’estasi provata dai suoi colleghi cinesi inviati a Portofino. Infine, un appuntamento, quello del Global Tourist economy a Macao, a marzo 2020, dove l’Italia sarà paese ospite: “al Mibact ci hanno fatto visitare il palazzo che era un collegio dei Gesuiti, anche noi a Macao abbiamo avuto la cultura dei gesuiti, la nostra città, sarà un ottimo punto di partenza per lavorare insieme”.