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Bocca critica ddl turismo: su affitti brevi e imposta soggiorno ancora non ci siamo
notizia pubblicata 21 Febbraio 2020 alle ore 13:45 nella categoria Cronaca

“Apprezziamo la reintroduzione del tax credit, ma su locazioni brevi e imposta di soggiorno ancora non ci siamo”. E’ il commento del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, al testo del disegno di legge collegato in materia di imprese culturali e turismo che il Consiglio dei ministri si appresta a varare. “La disciplina delle locazioni brevi – afferma Bocca – è trattata in modo insufficiente: viene qualificato come imprenditore il soggetto che gestisce più di ‘tre unità immobiliari’ (definizione ambigua, che può includere anche interi fabbricati) e si trascura di considerare il cuore del problema, cioè di stabilire una soglia minima di durata del soggiorno al di sotto della quale la fornitura dell’alloggio non può essere contrabbandata per attività di locazione ma deve essere inquadrata in una delle categorie previste per l’attività di tipo ricettivo (ad esempio: bed and breakfast, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, etc.)”.

“Leggiamo inoltre che si prevede di estendere l’imposta di soggiorno a tutti i comuni – aggiunge – e di elevarne l’importo, a seconda dei casi, sino al dieci o al venti per cento del prezzo del pernottamento. Ciò significa che in alcuni casi le imposte indirette che gravano sul prezzo degli alberghi potrebbero triplicarsi (oggi l’IVA è al 10%, domani il totale delle due imposte potrà arrivare al 30%)”. Secondo Bocca è positiva invece la riattivazione del credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive, sia pur in un quadro di risorse esigue.

“E’ un bene che questo strumento venga reso strutturale e ci auguriamo che la dotazione finanziaria venga irrobustita, anche attingendo al gettito dell’imposta di soggiorno, che deve servire soprattutto per migliorare la qualità dell’offerta turistica” spiega.

“Le nostre imprese – conclude Bocca – stanno attraversando un periodo difficile, che recentemente si è ingarbugliato ulteriormente a causa del fallimento di Thomas Cook, dell’acqua alta a Venezia e del coronavirus. Confidiamo che il Consiglio dei ministri ne tenga conto ed inverta la rotta, adottando misure che riducano la pressione fiscale e contrastino con efficacia l’abusivismo dilagante, e rimaniamo a disposizione del governo e del Parlamento per contribuire alla definizione di una disciplina di effettivo sostegno allo sviluppo del settore”.