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Astoi: rimpatrio connazionali a carico dei TO, ministero Esteri assente
notizia pubblicata 16 Marzo 2020 alle ore 10:09 nella categoria Associazioni

Astoi auspica che il Governo adotti immediatamente un piano per la gestione del rientro dei  connazionali rimasti ancora bloccati nelle diverse destinazioni, anche per mezzo di voli speciali, in accordo con le compagnie aeree. L’associazione denuncia infatti che da oltre un mese, ossia dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid19, sono stati i tour operator a occuparsi della gestione e dell’organizzazione dei rimpatri dei nostri connazionali dall’estero, dell’assistenza agli italiani posti in quarantena nei diversi Paesi stranieri e delle riprotezioni dovute a cancellazioni di voli.

Sino ad oggi – si legge in una nota di Astoi – ben 12.000 italiani sono stati riportati in Italia con l’invio di voli charter vuoti, per i quali si stima, solo fino a sabato 14 marzo, che abbiano operato con 48 rotazioni e su 134 tratte aeree. A questi si aggiungono altri 10.000 connazionali che sono stati gestiti attraverso riprotezioni su voli di linea. Sono moltissime le destinazioni estere che hanno adottato inizialmente misure restrittive, respingendo all’ingresso i cittadini italiani, spesso quando i clienti erano già partiti, che hanno sospeso i voli diretti da e per l’Italia o che stanno chiudendo le frontiere. Solo a titolo esemplificativo, i Tour Operator Astoi hanno fatto rientrare gli italiani dai seguenti Paesi: Cina, Giappone, Vietnam, Indonesia, Israele, Mauritius, Giamaica, Repubblica Dominicana, Capo Verde, Oman, India, Thailandia, USA, Spagna/Canarie, Maldive, Marocco, Messico, Zanzibar, Kenya, Egitto, Guadalupa Francese, Cuba, Belgio, Francia, Sud America.

Ci sono poi da considerare migliaia di cittadini italiani che si sono recati all’estero non rivolgendosi a TO, ma organizzando il viaggio autonomamente. Se per quelli che hanno prenotato tramite un Tour Operator è stata attivata dagli stessi un’assistenza tempestiva – gravata, comunque e come al solito, sulle singole aziende – per tutti gli altri italiani, che invece avevano prenotato in maniera autonoma, non è stato fornito alcun supporto, tanto che alcuni Tour Operator, sia per etica che per serietà professionale, quando possibile, hanno fatto rientrare anche alcuni di questi connazionali.

Il supporto dato dalla maggior parte delle Ambasciate e dai Consolati è stato praticamente nullo; è possibile affermare senza timore di smentita che il network diplomatico si è dimostrato impreparato, distante e certamente di poco aiuto.

 

Tutti i professionisti del settore – conclude l’associazione di Confindustria – si stanno prodigando con spirito di abnegazione e senza soluzione di continuità, per risolvere e gestire ogni tipo di criticità a tutela dei propri clienti. Le aziende rischiano di trovarsi sole a fare il conto dei danni che l’emergenza ha generato; costi che saranno certamente pari a molte decine di milioni di euro e che questa volta il sistema non sarà in grado di sostenere, se non verrà supportato da interventi strutturali. Il rischio è quindi il collasso delle aziende del comparto del turismo organizzato che conta oltre 12.000 imprese e dà occupazione a più di 50.000 addetti. Astoi Confindustria Viaggi chiede, quindi, che tali costi – ancora in fase di quantificazione – vengano considerati nelle misure economiche straordinarie ed urgenti che il Governo sta adottando in questi giorni.